La scuola si sa, per un motivo o per l’altro è sempre nell’occhio del ciclone. In questo periodo molte polemiche sta scatenando il concorsone voluto dal nuovo ministro Profumo. Questo concorso ha scatenato grossissime polemiche per il fatto di aver messo l’uni contro gli altri, abilitati dei passati concorsi e insegnanti in graduatoria da molti anni. Insomma molti di questi potrebbero venir scavalcati da gente giovane e appena arrivata all’insegnamento. Comunque fra tutte queste notizie una positiva è arrivata: negli anni prossimi si procederà all’utilizzo dei testi in formato e-book. Finalmente gli scaffali delle nostre case pieni di libri di testo potranno liberarsi. Chili e chili di libri potranno andare in soffitta o si potranno vendere su ebay e ricavarci anche una discreta somma.
Ma come si è arrivata a questa decisione? Da anni oramai si parla delle lobby delle case editrici scolastiche che impongono, a fronte di pochi cambiamenti dei contenuti, l’acquisto di nuovi testi tutti gli anni. Spesso vanificando la possibilità di acquisto dei testi nel mercato dell’usato, con notevoli risparmi per i già magri budget famigliari. In molti paesi esteri infatti i libri e le spese scolastiche sono supportate dallo stato. In Italia invece la situazione è decisamente diversa. In tutti questi anni il finanziamento alle scuole si è notevolmente ridotto spesso tagliando i contributi di aiuto che arrivavano in soccorso delle famiglie con redditi bassi. I tagli sono stati davvero forti e spesso hanno colpito anche settori molto importanti come il sostegno di classe. Ragazzi con gravi problemi si sono ritrovati ad aver dimezzate le ore di sostegno. Questa cosa è stata contrastata dai genitori e insegnanti in maniera anche eclatante. Tornando ai testi scolastici si spera che questo risparmio che si avrà annualmente per le famiglie sia sostanzioso e soprattutto il meccanismo venga scollato dai meccanismi editoriali delle lobby delle grandi case editrici scolastiche. Un problema che bisognerà risolvere saranno sicuramente i supporti tecnologici dove i ragazzi leggeranno i testi; questi verranno acquistati dalle famiglie o saranno dati in comodato d’uso dagli istituti scolastici? E ancora: non si potrebbe utilizzare la rete e le LIM (lavagne elettroniche interattive) per costruire le lezioni e salvarsele sui tablet? La rete permetterebbe oggi di poter accedere giornalmente a una miriade di informazioni, non ultime le rassegne da poter fare in classe consultando testate autorevoli come il Corriere della Sera e Repubblica. Insomma spesso sembra che gli ambienti scolastici, come spesso anche gli altri apparati dell’amministrazione pubblica, stentino a cogliere le grandi opportunità che internet e “il fare rete” potrebbero dare. In tutto il mondo si scommette per il futuro su scuola, università, ricerca, turismo e green economy. In Italia tutto ciò stenta ad essere messo in pratica. Vedremo negli anni a venire se intanto tutti i ragazzi andranno a scuola con sotto braccio il tablet e non i pesantissimi zaini che vediamo in giro tutte le mattine.