Scuola e università: l’OCSE accusa l’Italia

L’OCSE ancora una volta sgrida l’Italia e gli assegna la maglia nera. Sono molti i fattori per cui il nostro paese vede un calo vertiginoso degli iscritti alle università e di coloro che riescono a terminare gli studi superiori.
L’Italia è il paese con gli insegnanti peggio pagati e anziani, i quali nonostante tutto cercano di portare avanti il loro mestiere con serietà e costanza.
Secondo l’Istituto di Parigi siamo noi l’unico paese a non aver aumentato dal 1995 ad oggi le spese d’investimento per ogni studente che frequenta la scuola primaria e secondaria, mentre, i paesi esteri l’hanno già portata ad un 60% in più.
Anche nei confronti degli studi universitari la situazione non è migliore, quasi 5.000 dollari in meno degli altri stati vengono investiti per i giovani che vogliono proseguire gli studi.

Ma non è solo questo a far vedere di cattivo occhio l’istruzione italiana. Tra il 2005 e il 2011 gli insegnati si sono visti aumentare le ore di lavoro, molti sono stati licenziati e la durata dell’insegnamento giornaliero e calata drasticamente.


Sembra che il governo abbia fatto il possibile per risparmiare a spese dell’istruzione? Forse si, ma i giovani non ne hanno risentito e sembra addirittura ci sia stato un miglioramento generale in molte materie.

La situazione resta comunque drammatica. Solo il 15% delle persone con un età compresa tra 25 e 64 anni sono laureati e l’interesse generale verso l’il proseguimento degli studi è calato di un brutto 11%.

A tutte queste accuse è il sottosegretario all’istruzione Marco Rossi Doria a rispondere: “I dati dell’Ocse evidenziano criticità del nostro sistema di istruzione di medio e lungo periodo ormai da tempo. Proprio per questo esse sono non solo citate ma anche affrontate con una strategia di medio periodo già dalle recenti audizioni “


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