Sciopero della scuola nei giorni delle prove INVALSI

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9 maggio materne e elementari – 10 maggio medie – 16 maggio superiori
docenti, Ata, studenti e genitori
mercoledì 16 maggio ore 9.30
in presidio a piazza Verdi – Palermo
Cosa sono: quiz di italiano e matematica a crocette con cronometro alla mano, test da affrontare
in una situazione del tutto estranea alle abitudini degli alunni con modalità da concorso pubblico (i
bambini non possono neppure andare in bagno!)
Non sono affatto obbligatori: gli alunni possono tranquillamente non andare a scuola in quei
giorni senza conseguenze sulla loro valutazione.
Non sono anonimi: esiste un codice che collega ogni prova a ogni alunno.
Indagano su sfere private delle famiglie di provenienza: “quanti libri hai in casa, con chi vivi
abitualmente, hai subito atti di bullismo, chi ti aiuta a fare i compiti, che titolo di studio hanno i tuoi
genitori”, ecc.
Sono dannose emotivamente per bambini e bambine; nelle scuole inglesi lo “stress da quiz” è
ormai un danno riconosciuto.
Esasperano la competizione: spingono gli alunni a rivaleggiare tra di loro, gli insegnanti e le
scuole a mettersi in competizione anziché scambiarsi buone pratiche.
L’inserimento dei test INVALSI tra le prove per la licenza media sta progressivamente
abbassando il voto finale degli esami, e vorrebbero inserire i quiz anche nell’esame delle superiori.
Non servono a migliorare la qualità della scuola: alle prove “ci si prepara” con ore e ore di
allenamento. L’irrompere del teaching to the test nella pratica degli insegnanti, preoccupati degli
esiti dei “quiz”, modifica quelle buone strategie didattiche che finora sono state messe a punto per
singole classi, per gruppi di alunni, per singolo alunno.
Al contrario, la standardizzazione dell’insegnamento non può tener conto delle variabili che
caratterizzano il processo d’insegnamento e apprendimento; la valutazione basate su risposte
chiuse, ammettendo “una sola risposta corretta”, trascura i diversi stili e le personali strategie di
apprendimento che ogni studente si costruisce nel tempo.
Non misurano né la buona didattica né il buon insegnante: un buon insegnante è colui che,
rispettando i tempi e le attitudini degli allievi, riesce a offrire a tutti strumenti e opportunità di
crescita umana e culturale: tutto questo non si misura.


L’imposizione dei test INVALSI, come prova della qualità del lavoro docente, provocherà la
standardizzazione dell’insegnamento in funzione di verifiche omologate, con conseguenze
disastrose per la professionalità dei docenti e del loro ruolo, trasformato in quello di
somministratore e di certificatore di competenze, sul modello statunitense.
Sono la premessa alla differenziazione degli stipendi dei docenti: per ministri e governi questa
schedatura di bambini, docenti e scuole ha lo scopo di differenziare le retribuzioni dei docenti e
punire le scuole che non ottengono risultati soddisfacenti.
Si vorrebbe introdurre questo modello pseudo-meritocratico proprio mentre nei paesi che l’hanno
applicato per anni – come gli Usa – se ne rileva il fallimento.
Per il Coordinamento Regionale Cobas Scuola
Ferdinando Alliata

COBAS Comitati di Base della Scuola
viale Manzoni, 55 – 00185 Roma tel 0670452452 – tel/fax 0677206060
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Coordinamento Regionale Siciliano
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