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Oggi le studentesse e gli studenti di questo paese saranno in piazza in tutta Italia il giorno dello sciopero della scuola per protestare contro la privatizzazione di scuola e università e per rivendicare il diritto ad avere un futuro
“Torniamo in piazza subito dopo il 14 novembre – dichiara Federico del Giudice portavoce della Rete della Conoscenza – per dimostrare come gli studenti non abbiano paura malgrado la spaventosa repressione ordinata dalla forze dell’ordine il giorno dello sciopero europeo e per rivendicare come la nostra generazione abbia la volontà di lottare contro le politiche di austerity che in Italia, come in altri paesi europei, hanno distrutto il welfare ed eliminato i diritti”
“Sono centinaia le scuole occupate in tutta in Italia per protestare contro l’ex Pdl Aprea e la privatizzazione della scuola pubblica – prosegue Roberto Campanelli coordinatore dell’Unione degli studenti – oggi siamo in piazza e siamo partiti dalle nostre scuole per ribadire ancora una volta con forza, come fatto il 12 ottobre e il 14 novembre che non si può toccare la scuola pubblica. Manifestiamo al fianco di migliaia di docenti e di precari della scuola anche loro colpiti dalle misure di questo governo e contrari allo smantellamento del ruolo sociale della scuola”
In tutta Italia oggi si svolgeranno cortei, manifestazioni, aziono o presidi gli studenti dopo la straordinaria giornata di partecipazione del 14 novembre che ha visto manifestare oltre 300.000 studenti medi ed universitari, non hanno intenzione di fermarsi e continueranno a scendere in piazza per richiedere con forza la ripubblicizzazione di scuole e università, la liberazione dei saperi, un redditto di cittadinanza, un reddito per i soggetti in formazione e un welfare universale.
“Oggi a Roma come studenti universitari siamo di nuovo in piazza, malgrado la repressione del 14 novembre e i lacrimogeni sparati dal ministero della giustizia sui quali ancora non è stata fatta chiarezza – dichiara Luca Spadon portavoce di Link coordinamento universitario – vogliamo riaprire il centro di questa città, vogliamo poter manifestare sotto i palazzi del potere, come avviene in tutti i paesi europei, dove troppo spesso vengono prese delle decisioni sopra le nostre teste e pretendiamo i numeri identificavi sopra i caschi della polizia pratica anche essa in uso in tutta Europa”
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