Lettera Di Menna (Uil Scuola) a Profumo e Commissioni Camera e Senato su riforma organi collegiali

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La lettera inviata al Ministro e alle Commissioni di Camera e Senato

Gentile Ministro Profumo,

il sistema degli organi collegiali fa riferimento ad una legge del 1974. E’ del tutto evidente che la sua riforma appare non più procrastinabile.

La Uil Scuola ritiene che l’iter parlamentare debba essere rapido e caratterizzato dalla massima condivisione.

La Uil Scuola giudica positivamente, l’impianto generale e lo sforzo di sintesi delle diverse proposte che emerge dall’esame del testo unificato, approvato nei giorni scorsi dalla Commissione Cultura della Camera dei Deputati.
Appare positivamente risolta la delicata questione degli investimenti privati. La carenza di risorse per la scuola riguarda sia l’intervento pubblico che gli investimenti privati.
L’Italia si colloca agli ultimi posti trai paesi sviluppati, spende il 4,8% del PIL per l’istruzione, 1,3 punti percentuali in meno rispetto alla media OCSE del 6,1%.
Anche gli investimenti privati nell’istruzione sono piuttosto limitati. L’8,6% della spesa totale destinata agli istituti d’istruzione in Italia proviene da fonti private, quasi la metà della media OCSE (16,5%).
Secondo la Uil Scuola, cosi come è giusto opporsi all’uso dei soldi dello Stato per finanziare scuole private, in parallelo vanno favoriti gli investimenti privati destinati alle scuole pubbliche, fissando criteri e regole per il loro utilizzo.
Appare positiva anche la previsione di un’articolazione nelle scuole del sistema di valutazione che fa perno sull’Invalsi creando un intreccio e non un sistema separato; auspichiamo un rafforzamento prevedendo una dimensione di rete.
Risulta interessante rinviare agli statuti, in modo da tener conto delle specificità anche territoriali, la individuazione di presenze di rappresentanti delle forze culturali, sociali, professionali nel consiglio dell’autonomia.
L’impianto della legge, che dovrà passare al vaglio della Commissione Istruzione del Senato, presenta però, secondo la Uil Scuola, alcune criticità che vanno risolte.
Il ruolo di presidente del consiglio della scuola dovrebbe essere svolto dal dirigente scolastico come sintesi della responsabilità di guida. Appare carente la descrizione della funzione dirigenziale. Il testo dovrebbe acquisire quanto definito dalla norma che ha istituito la specifica dirigenza scolastica con riferimento alle competenze degli organi collegiali e a quelle contrattuali.


Non c’è chiarezza in merito alle reti di scuole. Il Dl semplificazioni le istituisce mentre l’impianto previsto dalla legge di riforma della governance della scuola le mette sullo sfondo, come volontarie.
Sarebbe opportuno, secondo la Uil Scuola collegare il testo del ddl a quanto stabilito nel decreto.
Altra questione che merita un approfondimento riguarda il sistema di funzionamento del consiglio di istituto che, secondo quanto attualmente previsto, viene demandato agli ‘statuti’. La sollecitazione che giunge dalla Uil Scuola è rivolta a prevedere un sistema-quadro di riferimento e di controllo in modo da evitare entrambe gli eccessi: da un lato la predisposizione di statuti fotocopia che appiattirebbero l’autonomia delle istituzioni scolastiche, dall’altro il comporsi, senza regole, di statuti eccentrici basati su istanze estemporanee e improvvisate.
Non da ultimo, la Uil Scuola fa osservare che, nel progetto di riforma della governance della scuola, non è prevista, nel consiglio della scuola la presenza di un rappresentante eletto dal personale Ata. Un’assenza che non trova alcuna giustificazione. Al contrario la presenza potrebbe favorire la condivisione nella partecipazione ai processi decisionali.
Cordiali saluti

Massimo Di Menna
Segretario generale