Diritto allo studio: proposta per una legge regionale

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La petizione popolare con raccolta di firme è promossa a Messina dalla FLC CGIL,
dalla Rete di Aggregazione Studentesca e dalla Rete degli studenti medi.

Ticket mensa, servizio scuolabus, palestre, laboratori, strutture scolastiche a norma, sono il segno di una presenza dello Stato nella vita dei cittadini più piccoli e sono i contenuti della garanzia costituzionale al pieno sviluppo della persona umana come vorrebbe l’art. 3 della nostra Costituzione. Eppure tutto ciò è troppo spesso un miraggio nella nostra città e nella nostra regione.
Lo denuncia la FLC CGIL di Messina che ha presentato oggi in una conferenza stampa la proposta per una legge regionale sul diritto allo studio per tutti, a prescindere dalle condizioni socio – economiche di partenza- che chiedono sia approvata in tempi rapidi dal governo Crocetta, al quale sollecitano l’apertura del confronto. A sostegno dell’iniziativa viene anche lanciata una petizione popolare.
La segretaria generale della FLC CGIL di Messina, Graziamaria Pistorino, rivendica la centralità dell’istruzione per lo sviluppo della nostra terra: “Il diritto allo studio diventi una priorità politica per il governo regionale, centrale strumento di sviluppo per conoscenze, ma anche competenze e abilità orientate alla costruzione di una identità economica della nostra terra. Eppure, al momento bisogna garantire la sopravvivenza al sistema pubblico di istruzione, così gravemente diminuito dai tagli della Gelmini, e rilanciarlo partendo dagli elementi essenziali”. Questo significa, per i promotori dell’iniziativa, assicurare ad esempio i trasporti pubblici, laddove invece i finanziamenti al settore sono passati nell’ultimo anno da 222 a 177 milioni. Significa anche garantire i servizi scolastici integrati cominciando dagli asili nido, che oggi sono fruiti nell’isola dal 5% dei bambini contro il 27% dell’Umbria o il 29% dell’Emilia Romagna. E mettere in campo tutti gli interventi possibili per estendere il tempo pieno, che in Sicilia riguarda oggi solo il 6% degli alunni a fronte della media nazionale del 30%, con punte del 95%. Tutti elementi che contribuiscono alla dispersione scolastica, che nell’isola supera il 25%.
Solo come esempio: LA SCUOLA PRIMARIA ha una durata di anni 5 e funziona con un orario settimanale di 27 ore (prima della Gelmini erano 30 ore) o di 40 con il tempo pieno.
Su 33 settimane all’anno di scuola il minore iscritto alla scuola primaria post riforma frequenta 891 ore, mentre chi frequenta il modello a 40 ore rimane a scuola per 1320 l’anno.
Cioè: (13 X 33) 429 ore di scuola in meno per ciascun anno scolastico, per un totale, nei 5 anni di 2145 ore in meno: due anni scolastici in meno!
Leandro Bianco, della Rete regionale degli Studenti Medi aveva già dichiarato: “Nove edifici su dieci non sono a norma per il rischio antisismico, il 52% e’ in stato di pericolo, molte scuole sono fatiscenti e in locali in affitto dietro cui si annidano spesso speculazioni. Noi- ha sottolineato chiediamo investimenti per la messa in sicurezza e un piano pluriennale per la costruzione di nuove scuole”. I promotori dell’iniziativa del gruppo REDS, che sono particolarmente attivi sul territorio di Barcellona, chiedono anche che la legge sul diritto allo studio preveda borse di studio, contributi per l’acquisto di libri di testo e materiali didattici e per la realizzazione di biblioteche. Nella proposta ci sono le mense, i trasporti gratis, l’accesso agevolato a musei, cinema e altri luoghi di cultura, iniziative a sostegno degli studenti lavoratori e progetti per l’integrazione degli studenti disabili e degli immigrati.
Pasquale Calapso, rappresentante del sindacato studentesco messinese Rete di Aggregazione Studentesca, fin dalla sua formazione in collaborazione con l’FLC – Cgil Messina, afferma che: “La regolamentazione giuridica del diritto allo studio nella regione Sicilia è di fondamentale importanza per il cammino verso una società democratica ed egualitaria. La cultura è la base della coscienza di ogni essere umano, ed essere esclusi da essa per via di una non regolamentazione giuridica delle modalità nelle quali l’Istruzione deve essere portata avanti nei confronti delle nuove generazioni, è senza dubbio una mancanza gravissima per la nostra Regione. Siamo dell’idea che ogni uomo sia perfettamente uguale ad ogni altro uomo, indipendentemente dalle condizioni economiche e sociali in cui si trova, e dunque ogni uomo deve avere diritto ad un istruzione di qualità e di massa, per poter sviluppare una coscienza critica fin dai primi anni di studio della sua vita. Del diritto allo studio se ne parla chiaramente nella Costituzione, precisamente negli articoli 33 e 34, che recitano: “La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso”.
Ma dopo il 24 luglio 1977, quando un decreto emesso dal Presidente della Repubblica, il D.P.R. 616, delegava alle regioni italiane la competenza in materia d’istruzione e assegnava loro anche il compito di dotarsi di leggi per disciplinare il diritto allo studio, in alcuni casi questo non è avvenuto come è successo, ad esempio, in Sicilia, dove la Regione non ha ancora approvato una legge regionale organica in materia, determinando in questo modo disomogeneità e diseconomie degli interventi, oltre che un’insufficiente e inadeguata integrazione degli studenti bisognosi e privi di mezzi.
Dunque forniamo il nostro contributo nell’azione pratica per fare in modo che questa battaglia di cultura e democrazia sia vinta dagli studenti siciliani, e da questo punto di vista anche la nostra Regione possa mettersi in pari con il resto d’Italia. Diffonderemo i moduli della raccolta firme negli Istituti della città, ed organizzeremo raccolta firme nelle principali piazze del messinese.”
La FLC CGIL sottolinea ancora che recentemente, un ricerca di Save the clildren ha contato nel Mezzogiorno d’Italia 314 mila ragazzi tra i 6 e i 17 anni definiti ‘disconnessi culturali’ che nell’ultimo anno non hanno letto un libro, varcato la soglia di un cinema, avuto accesso a Internet. Sono dati allarmanti che non possono essere sottovalutati. Se non si vuole che la Sicilia vada alla deriva e che abbia invece una prospettiva di sviluppo, occorre ripartire dall’istruzione e dagli studenti.
In una regione dove 9 edifici scolastici su 10 non sono a norma e il 52% sono in stato di pericolo, dove non esiste un valido ed economico sistema di trasporti con agevolazioni agli studenti, dove non è mai stato implementato un solido piano di welfare studentesco e soprattutto dove la dispersione scolastica raggiunge picchi del 30% c’è la necessità di un profondo cambio di rotta in materia di investimenti.
Una legge quadro regionale sul diritto allo studio di cui solo la nostra regione in tutto il Paese è sprovvista è fondamentale per mettere le basi su cui costruire un piano di investimenti sulla scuola pubblica in materia di edilizia scolastica, welfare studentesco, trasporti, agevolazioni e gratuità, libero accesso al sapere, città e spazi a misura di studente.
Un territorio come la Sicilia, pieno di disagi e profondamente colpito dalla crisi economica che sta imperversando nel nostro Paese, solo ripartendo dagli studenti e quindi dalla pubblica istruzione e dalla cultura può sperare di riprendersi.
Di fronte a questo vuoto legislativo la Rete degli Studenti Medi Sicilia, la FLC CGIL Sicilia e la CGIL Sicilia rivendicano la necessità immediata di una presa in carico del problema da parte del governo regionale e hanno avviato in tutta l’isola una raccolta di firme per avanzare alla giunta Crocetta la richiesta di apertura di un tavolo nel quale si avvii un confronto ampio e si elabori un disegno di legge da sottoporre al nuovo Parlamento regionale.
Far sì che anche la Sicilia approvi una legge quadro regionale sul diritto allo studio e definisca un sistema integrato di servizi per gli studenti significherebbe garantire i diritti di assistenza agli studenti e permetterebbe di razionalizzare l’utilizzo delle risorse della Regione a favore delle politiche sociali e culturali.
La petizione popolare andrà avanti fino al 30 Aprile e, presso le sedi della CGIL e in molte scuole, si propone di raccogliere tantissime firme e la partecipazione dei cittadini.”