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ALTERNANZA SCUOLA LAVORO SCELTA DA SEMPRE PIÙ STUDENTI
Zuccaro/Indire: «Significativa corrispondenza fra indirizzo di studio e stage»
In Veneto coinvolti quasi 15mila studenti delle scuole secondarie di 2° grado.
L’alternanza scuola-lavoro (ASL) si conferma al vertice delle esperienze di raccordo tra filiere produttive e filiere formative, ed è scelta da un numero sempre crescente di studenti. Nell’anno scolastico 2011/2012 sono stati coinvolti in questo tipo di percorsi 189.547 i giovani studenti, pari al 7,5% della popolazione studentesca contro il 5% dell’anno precedente, appartenenti a 2.365 istituti di istruzione secondaria di secondo grado (il 44% di quelli presenti sul territorio nazionale).
Lo dicono i dati del monitoraggio 2012 sull’attività di alternanza scuola-lavoro, realizzato dall’Istituto nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca educativa (Indire) su incarico del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), e presentati in anteprima a JOB&Orienta, il salone nazionale dell’orientamento, la scuola, la formazione e il lavoro, che chiude oggi alla Fiera di Verona, la tre giorni dedicata al dialogo fra universo della formazione e mondo economico-produttivo, promossa da Veronafiere e Regione Veneto in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e con l’adesione del Presidente della Repubblica.
Centrata sulla didattica laboratoriale, l’alternanza scuola-lavoro è una modalità innovativa di realizzazione della formazione nel secondo ciclo; mira a fornire ai giovani, oltre alle conoscenze di base, l’acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro: dal problem solving attraverso l’integrazione dei saperi, alla capacità di orientarsi affrontando situazioni reali. Sono incentivati l’apprendimento e lo sviluppo esperienziale attivo, e i ragazzi non imparano più solo in classe, ma anche in ambienti lavorativi. Il “learning on the job” e lo scambio fra mondo della scuole e dell’impresa sono promossi attraverso reti (lo strumento previlegiato in cui gli istituti scolastici incontrano gli altri soggetti del territorio), accordi, convenzioni, protocolli e CTS (Comitati tecnico scientifici, organi paritetici composti da docenti e da esperti del mondo del lavoro, delle professioni e della ricerca scientifica e tecnologica).
Un boom, quello dei 189.547 ragazzi coinvolti nell’ASL (se confrontati ai circa 93mila dello scorso anno scolastico), in parte spiegato considerando che l’area di professionalizzazione (terza area) degli istituti professionali è stata sostituita con 132 ore di attività da svolgere in alternanza scuola lavoro (D.P.R. 87/2010, art.8, comma 3). E infatti, dei 9.791 percorsi totali di alternanza, 7.132 (71,2%) sono stati realizzati negli istituti professionali e di questi ben 5.756 proprio nelle classi quarta e quinta.
Dei rimanenti percorsi, 1.815 (16,7%) sono stati realizzati dagli istituti tecnici, 637 (il 6,5%) dai licei e il 5,6% da altri istituti. Gli studenti hanno svolto stage e partecipato a visite guidate presso 65.447 strutture, in primo luogo imprese (per ben il 58%), professionisti e Comuni.
Se anche si sceglie di analizzare il trend 2006-2012 escludendo i dati dell’ASL nelle ultime due classi dei professionali, prendendo quindi a riferimento i cosiddetti percorsi di alternanza “pura” (D.Lgs.n.77/2005), «i numeri di ragazzi e scuole presentano un aumento continuo negli anni, e non solo negli istituti tecnici – dove si concentra la maggior parte degli studenti coinvolti nei percorsi -, ma anche nei licei. Si tratta ormai di una buona prassi cui i ragazzi non rinunciano» commenta ANTONELLA ZUCCARO, ricercatrice del settore scuola lavoro dell’Indire, che aggiunge: «In quest’ultima annualità in particolare, si riscontra per la prima volta una significativa corrispondenza fra indirizzo di studio e tipologia di stage, che rivela grande attenzione nel valorizzare al massimo conoscenze teoriche ed esperienza sul campo».
Circa gli accordi che le scuole stipulano con le realtà del territorio per avviare le collaborazioni, la convenzione rimane la tipologia più scelta, ma gli accordi di rete registrano incrementi a due zeri visto che dal 2006 sono addirittura triplicati. A livello territoriale, in assoluto il numero delle imprese coinvolte in percorsi di alternanza è maggiore al Centro-Nord, Lombardia in vetta alla classifica con il 38% del totale nazionale. Seguono Toscana, Marche e Lazio.
In Veneto sono stati coinvolti in percorsi di alternanza 14.813 studenti, di cui 8.142 maschi e 6.671 femmine: la maggioranza è iscritta agli istituti professionali (11.267), seguiti da istituti tecnici (2.461), istituti d’arte (96), licei (667), istituti di tipologia mista (322) (il calcolo include gli istituti professionali con percorsi professionalizzanti di terza area caratterizzanti il precedente ordinamento, da realizzarsi come alternanza nel nuovo. Considerando l’alternanza “pura” invece, la maggioranza degli studenti coinvolti afferisce agli istituti tecnici, coerentemente con il dato nazionale). Guardando ai numeri degli istituti invece, in 197 hanno realizzato percorsi di ASL – pari al 19,2% del totale delle scuole del Nord – suddivisi in 96 istituti professionali, 66 istituti tecnici, 32 licei e 3 istituti d’arte. La distribuzione a livello provinciale mantiene tendenzialmente questa suddivisione, ad eccezione di Padova in cui la percentuale degli istituti tecnici che hanno effettuato percorsi in alternanza supera quella degli istituti professionali. Inoltre, nel vicentino e nel veronese la percentuale dei licei è piuttosto alta. Infine, sono 6.757 le strutture ospitanti. (Dati Indire, su elaborazione dell’Ufficio scolastico regionale per il Veneto).