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Un grande successo il No-Monti Day
E ora lo sciopero generale del 14 novembre, con l’Europa che lotta
Cacciamo il governo Monti
Davvero un grande successo il No Monti Day. Molte decine di migliaia di persone, assai di più delle migliori previsioni, hanno manifestato a Roma per la cacciata del governo Monti, contro la legge di “in-stabilità” ammazza-Italia e le politiche disastrose del governo e dei partiti che lo appoggiano: e i COBAS hanno dato un contributo rilevante a questo successo. Persino il tempo ci è stato favorevole – malgrado le previsioni di piogge torrenziali – e così lavoratori/trici del pubblico e del privato, operai e insegnanti, studenti medi e universitari, ambientalisti e pensionati, precari e disoccupati hanno potuto esprimere senza intralci la loro protesta contro politiche fallimentari che ci precipitano nella “spirale greca”, con i tagli che provocano recessione a cui si risponde con altri tagli fino alla catastrofe. Monti se ne deve andare – hanno detto i manifestanti – perché ha provocato un massacro sociale per abbattere il debito pubblico, che invece è aumentato in un anno dal 117% del PIL al 126%; perché ha colpito salariati, pensionati, precari, disoccupati, settori popolari, piccolo lavoro “autonomo”, mentre nulla stanno pagando gli evasori fiscali, i grandi patrimoni, banche, gruppi finanziari e industriali, e la corruzione e le ruberie delle caste politiche e manageriali raggiungono il parossismo.
Il governo Monti se ne deve andare perché vuole distruggere definitivamente la scuola pubblica, aumentando l’orario lavorativo di un terzo ai docenti e espellendo altre decine di migliaia di precari e deportando i docenti “inidonei”; perché tiene bordone alla parassitaria dirigenza Fiat che, dopo aver succhiato fondi pubblici in continuazione, ora vorrebbe scappare con la cassa lasciando decine di migliaia di lavoratori/trici in mezzo alla strada; perché chiama “sfigati” o “schizzinosi” quei milioni di giovani precari che accettano qualsiasi lavoro a paghe da Terzo mondo. I manifestanti hanno detto anche NO all’Europa dei patti di stabilità, del Fiscal Compact, dell’austerità, dell’attacco alla democrazia: e lo hanno fatto in modo assolutamente pacifico, grazie alla consapevolezza collettiva e al lavoro unitario di tutela del corteo.
Ora ci aspetta quel passo successivo invocato ripetutamente dagli interventi finali e dalla piazza: lo sciopero generale del 14 novembre. In tale data non ci sarà lo sciopero della CES, che ha provato ad appropriarsene con un appello inaccettabile nel contenuto e nella forma: tant’è che i sindacati italiani della CES (Cgil, Cisl e Uil) non sciopereranno per non disturbare il governo. Lo sciopero è partito da tutti i sindacati e movimenti sociali spagnoli, che il 14 porteranno nelle piazze milioni di cittadini: e si è poi esteso al Portogallo e alla Grecia con analoga partecipazione di popolo. La sconfitta delle politiche liberiste non può avvenire in un solo paese: dunque va raccolto l’appello dei tre popoli che il 14 protesteranno all’unisono contro tali politiche e che finalmente ci offrono l’occasione di una vera e grande mobilitazione popolare europea. Perciò i COBAS hanno indetto per il 14 novembre lo sciopero generale dell’intera giornata per tutte le categorie, e si augurano che tutto lo schieramento unitario del No Monti Day (e anche le forze che non vi hanno partecipato ma che vogliono cacciare il governo) facciano lo stesso per avere il 14 anche in tutte le piazze italiane il mare montante della protesta.
Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS
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