Una marcia in più nell’organizzazione pubblica, nuove strategie di sviluppo dei processi e una precisa integrazione tra PA locale e centrale. Nel corso della terza edizione del Master in Gestione Integrata nelle Pubbliche Amministrazioni, che la Fondazione CUOA organizza per contribuire ad accrescere le competenze di management dei dirigenti attuali e futuri della Pubblica Amministrazione, è stata effettuata un’indagine, su un campione di 160 partecipanti, per capire quali dovranno essere le prossime mosse dell’organizzazione pubblica per mantenersi innovativa.
I servizi on-line accessibili via web: arma contro lo spreco . Tali servizi presenterebbero per il 95% un risparmio sui costi degli sportelli, del personale e dei procedimenti, consentendo di offrire un servizio migliore. Solo l’1,9% li reputa un ostacolo che costa agli enti pubblici, perché moltiplicherebbe le spese senza generare un particolare valore per gli utenti. Dal punto di vista dei cittadini per l’85% faranno risparmiare tempo e denaro, ma per l’11,9% probabilmente saranno usati da pochi perché i servizi on-line della PA sono complicati da usare e non danno garanzia a chi li usa. Per spingere i cittadini e le imprese ad utilizzare i servizi on-line secondo il 66,9% degli intervistati servono servizi utili e facili da utilizzare, per il 21,2% azioni efficaci di comunicazione e promozione, per l’11,3% costi inferiori dei servizi on-line rispetto a quelli erogati allo sportello (es. meno bolli e spese di segreteria).
Collaborazione tra enti per stare al passo con la riforma. I dati relativi agli ambiti in cui sarebbe prioritario intervenire per introdurre innovazione negli enti locali rivelano l’esigenza da parte del 48,8% degli intervistati di creare “reti” e collaborazioni tra enti pubblici per la gestione condivisa dei servizi on-line e dell’innovazione (48,8%). A seguire, sono molto sentite anche le necessità di digitalizzare i processi e le procedure interne degli enti (29,4%), e di introdurre nuovi canali (servizi via web, via cellulare, ecc.) per l’erogazione dei servizi agli utenti (20%). Solo l’1,9% ricorrerebbe a intermediari sul territorio per gestire esternamente una parte della gestione dei servizi (banche, tabaccai, poste, ecc.).
La posta elettronica certificata rappresenta una reale comodità. Dal punto di vista delle PA, la netta maggioranza (77,5%) la reputa un’opportunità che consentirà di realizzare tutto il ciclo dei procedimenti in forma digitale. Il 10,6% degli intervistati, al contrario, pensa sia un’inutile complicazione e che difficilmente sarà usata da tutti e quindi continueranno a convivere sia i procedimenti digitali, sia quelli tradizionali cartacei. Dal punto di vista dei cittadini, invece, per il 73,1% permetterà di risparmiare tempo e denaro, per l’11,3% sarà usata da pochi perché costosa, complessa e macchinosa e senza particolari vantaggi per chi la usa.
L’albo pretorio virtuale una soluzione immediata e dal costo contenuto. A livello di PA consentirebbe di gestire in modo digitale tutto il procedimento di creazione e pubblicazione degli atti, aumentando la trasparenza dell’ente (85,6%), ma rischierebbe di generare un costo e inutili complicazioni ai procedimenti senza fornire particolari benefici, introducendo nuove problematiche legate alla tutela della privacy e al diritto all’oblio (lo dice il 9,4%). A livello dei cittadini farebbe risparmiare tempo e denaro e renderebbe più facile conoscere le azioni delle amministrazioni pubbliche (83,7%), ma sarebbe una complicazione poiché i cittadini e le imprese non sono interessati a ciò che si pubblica sull’albo pretorio (5,9%).Formazione degli operatori e finanziamenti per convincere gli enti a rinnovarsi. I risultati dimostrano che per spingere le amministrazioni locali a innovare i servizi occorrono percorsi formativi adeguati per gli operatori della PA (37,3%), finanziamenti statali/regionali di supporto all’innovazione (23,5%), tecnologie più semplici sia per la PA che per il cittadino (25,5%) e l’appoggio di amministratori e politici (13,7%). Per quanto riguarda le motivazioni che hanno spinto il proprio ente a introdurre le più recenti innovazioni nel modo di gestire i servizi on-line il 44,4% ha risposto obblighi formativi, il 24,5% la necessità di risparmiare, il 21,1% lo stimolo degli amministratori e il 5,4% la disponibilità di un finanziamento specifico dall’esterno.
Innovarsi è un investimento. Analizzando le voci di costo più onerose quando si introducono innovazioni nel modo di erogare i servizi basati su nuove tecnologie il 31,1% indica la necessità di formazione del personale, il 22,1% le tecnologie hardware, il 20,7% la necessità di consulenti informatici, il 20,7% le licenze e i canoni di utilizzo del software e il 5,5% i costi di promozione e comunicazione.
Ma è soprattutto vantaggioso. Esaminando gli ambiti in cui è possibile ottenere risparmi e vantaggi quando si introducono innovazioni nel modo di erogare i servizi on-line, il 65,6% risponde in una migliore qualità del servizio erogato (es. risparmio di tempo per il cittadino che usufruisce dei servizi), il 26,5% nella possibilità di dedicare operatori ed attività alternative allo sportello, il 7,9% nei costi materiali (es. carta).