Riforma licei

PARERE APPROVATO DALLA 7ª COMMISSIONE SENATO
SULL’ATTO DEL GOVERNO N. 132 (LICEI)

“La Commissione, esaminato, ai sensi dell’articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400,
e dell’articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni
dalla legge 6 agosto 2008, n. 133,lo schema di decreto del Presidente della Repubblica in titolo,
giudica favorevolmente il riordino, volto a rendere operativo il percorso di riforma da tempo
avviato, anche a seguito delle intervenute modifiche costituzionali, concentrando le risorse più sulla
qualità che sulla quantità.
Manifesta in particolare una valutazione positiva su:
la riduzione delle sperimentazioni, pur invitando il Governo a non disperdere le esperienze migliori
nate per rendere più funzionale l’offerta di formazione in assenza di interventi strutturali. In tal
senso, condivide l’istituzione di una quota di flessibilità, che consentirà alle singole scuole di
personalizzare i percorsi rispetto alle esigenze dell’utenza e del territorio;
la riduzione dei carichi orari, al fine di consentire tempi più distesi agli alunni. In quest’ottica,
condivide la scelta di rinunciare ad alcune discipline che erano state introdotte negli ordinamenti
con talune sperimentazioni, come ad esempio diritto ed economia. Pur nella consapevolezza che si
tratta di materie di grande importanza, soprattutto per l’educazione alla legalità e per il contrasto di
fenomeni di devianza, ritiene infatti che l’istruzione liceale debba tendere all’acquisizione di una
formazione critica i cui contenuti saranno approfonditi nel successivo percorso universitario.


Diverso è invece il caso, affrontato nella sede di merito, di alcuni indirizzi degli istituti tecnici, dove
le predette discipline trovano più idonea collocazione, stante il carattere più professionalizzante
dell’istruzione ivi impartita. Non va del resto dimenticata la summenzionata quota di flessibilità
delle scuole che consentirà un ampliamento dell’offerta formativa in tal senso, dove ritenuto utile e
possibile. Deve comunque restare ferma la possibilità di mantenere tali insegnamenti nelle scuole
delle regioni e province autonome che già li prevedevano;
l’insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua straniera.
Esprime pertanto un parere favorevole a condizione che il riordino si applichi solo alle classi prime,
per garantire la necessaria continuità didattica e gradualità, e con le seguenti osservazioni:
a) si raccomanda di rafforzare la didattica laboratoriale e l’uso dei laboratori con particolare
riguardo alle discipline scientifiche;
b) si sollecita un adeguato piano di formazione, aggiornamento e riqualificazione dei docenti che
accompagni l’entrata in vigore del riordino;
c) si invita a valutare la fattibilità di introdurre l’organico pluriennale funzionale di istituto, che
consenta di far fronte anche alle supplenze brevi e garantisca stabilità;
d) si ritiene necessario garantire condizioni di efficace passaggio da un segmento formativo
all’altro;
e) si raccomanda di porre contestualmente mano alla riforma degli organi collegiali, onde evitare il
rischio di sovrapposizioni anche a seguito di alcuni interventi disposti dal riordino in esame come
ad esempio l’introduzione dei dipartimenti e dei consigli scientifici;
f) come richiesto dal Consiglio di Stato, si reputa doveroso: richiamare le “conoscenze, abilità e
competenze” fra le finalità primarie dell’istruzione liceale; prevedere regolamenti per l’attuazione
dell’articolo 13, comma 11, anziché atti di natura non regolamentare; eliminare la ripetizione fra
l’articolo 2, comma 3, e l’articolo 3, comma 2; correggere il riferimento normativo contenuto
all’articolo 2, comma 3; chiarire l’incerta formulazione di “scienze sperimentali” riferita al liceo sia
classico che scientifico;
g) si suggerisce di ampliare il novero delle discipline attivabili sulla base del Piano dell’offerta
formativa, di cui all’allegato H;
h) si invita a valutare l’opportunità di rivedere il profilo educativo, culturale e professionale dello
studente a conclusione del secondo ciclo di istruzione e formazione nel sistema dei licei, di cui
all’allegato A, al fine di meglio definire il profilo comune e quello dei singoli percorsi, anche alla
luce delle eventuali modifiche apportate ai quadri orari;
i) con riferimento alle indicazioni nazionali, si invita a valutare l’opportunità di comprendere al loro
interno solo i contenuti generali delle singole discipline, rinviando ad atti di natura non
regolamentare elementi di maggiore dettaglio, onde garantire la necessaria flessibilità ed evitarne
una precoce obsolescenza. Si suggerisce altresì di armonizzare le indicazioni nazionali dei diversi
cicli scolastici, assicurando il necessario raccordo;
j) si auspica un maggiore raccordo con l’università;
k) con riferimento ai singoli indirizzi:
1. liceo artistico – Si ritiene discutibile la confluenza forzata in essi di tutti gli istituti d’arte, i quali
solo in parte sono assimilabili all’istruzione liceale, mentre in altra parte afferiscono più
propriamente all’istruzione professionale. Si suggerisce quindi di conferire l’opzione agli istituti
stessi. Si invita altresì a valutare l’opportunità di assicurare una maggiore articolazione di indirizzi,
affidando peraltro al Piano dell’offerta formativa il compito di preservare le specificità dei singoli
istituti.
2. liceo classico – Si esprime apprezzamento per l’insegnamento di una lingua straniera per 5 anni.
Si auspica che attraverso la quota di flessibilità si possa recuperare quell’ora settimanale in più di
“matematica con elementi di informatica” che consentirebbe di riconfigurare il quadro orario di
un’ottima sperimentazione quale il PNI. Si raccomanda altresì di non ridurre i quadri orari delle
discipline umanistiche.
3. liceo linguistico – Si manifesta condivisione per l’uscita di tale indirizzo da una sperimentazione
ormai quasi quarantennale e per la sua messa ad ordinamento nel sistema scolastico statale, con pari
dignità rispetto agli altri licei. Si condivide altresì l’insegnamento di una disciplina non linguistica
in lingua straniera al terzo anno e di un’altra dal quarto anno. Si manifestano invece perplessità
sulla permanenza dell’insegnamento del latino in tale contesto, sia pure solo al biennio.
4. liceo scientifico
– Opzione di base. Si lamenta una scarsa identità, dovuta all’irrisolto rapporto fra discipline
umanistiche e scientifiche, confermato da una sostanziale parità di tetti orari.
– Opzione scientifico-tecnologica. Si tratta dell’opzione destinata a raccogliere la domanda di
offerta formativa che attualmente viene soddisfatta dai licei scientifico-tecnologici presso gli istituti
tecnici. Al riguardo, nel condividere senz’altro la scelta di inserire tale segmento nell’istruzione
liceale, si invita a valutare l’opportunità di modificarne la denominazione, onde evitare
sovrapposizioni con l’istruzione tecnica. Si ravvisa peraltro criticamente la totale assenza di ore di
laboratorio e il mancato ricorso ai docenti tecnico-pratici e si sollecita quindi un riequilibrio in
questo senso, eventualmente anche nell’ambito del Piano dell’offerta formativa.
5. liceo delle scienze umane
· Opzione di base. Si tratta dell’opzione che riorganizza il liceo socio-psico-pedagogico, già erede
dell’ex istituto magistrale. Si esprime dissenso per l’assenza nel primo biennio delle scienze umane
(psicologia, sociologia, pedagogia), che determina la mancanza di specificità dell’indirizzo.
Analogamente, si esprime perplessità per la compressione delle discipline caratterizzanti nel
successivo triennio. Inoltre, si lamenta un’eccessiva frammentazione disciplinare, che vede la
presenza di materie come il latino o la seconda lingua straniera, il cui quadro orario potrebbe essere
più utilmente dedicato a rafforzare le discipline caratterizzanti. Anche in questo caso, si sollecita
quindi un riequilibrio nel senso indicato.
· Opzione economico-sociale. Si tratta dell’opzione che riorganizza il liceo delle scienze sociali. Si
esprime una valutazione favorevole, invitando eventualmente a ridurre anche in questo caso la
frammentazione disciplinare (eliminando ad esempio la seconda lingua straniera) per incrementare
ulteriormente le scienze sociali (sociologia, antropologia).
6. liceo musicale e coreutico – Si esprime una valutazione convintamente favorevole a questa
innovazione, auspicando peraltro il rafforzamento della specificità del nuovo indirizzo. Come
prevede la legge n. 508 del 1999, dopo la riforma dovrebbe infatti essere superata la doppia
scolarità (Scuola-Conservatorio/Accademia di danza) in favore di un percorso verticale unico
(scuola primaria – scuola secondaria di primo grado ad indirizzo musicale e coreutico – liceo
musicale e coreutico – Conservatorio o Accademia di danza). In tale prospettiva, occorrono i
seguenti correttivi:
– Sezione musicale. Occorre introdurre precise competenze in entrata (corrispondenti a quelle in
uscita della scuola media di indirizzo) e in uscita (corrispondenti a quelle in entrata per i
Conservatori, correlate all’interpretazione di composizioni di media difficoltà). Conseguentemente,
occorre introdurre l’accesso a numero programmato, che non si risolva tuttavia in una mera prova
attitudinale, ma in un esame che attesti il possesso di precise competenze. Occorrono altresì precisi
requisiti per l’insegnamento (diploma accademico di II livello e abilitazione specifica di strumento).
Si esprime quindi una valutazione contraria al comma 9 dell’articolo 13 e si invita ad inserire il
riferimento all’AFAM all’articolo 12. Si ritiene infine indispensabile specificare il carattere
individuale della lezione di strumento, nonché prevedere l’insegnamento distinto di uno strumento
principale e di uno strumento complementare, come attualmente avviene nei Conservatori.
– Sezione coreutica. Analogamente al liceo musicale, occorre prevedere specifiche competenze per i
docenti (diploma accademico di II livello) e l’accesso a numero programmato. Si ritiene altresì
indispensabile rafforzare le ore di tecnica della danza (che attualmente diminuiscono con l’aumento
di difficoltà del programma) e di storia della danza, introducendo inoltre storia della musica. Si
suggerisce poi di distinguere la disciplina quinquennale “laboratorio coreutico” in “laboratorio
coreutico” al biennio e “laboratorio coreografico” al triennio. Infine, occorre una buona scuola
media a indirizzo coreutico, simile a quella ad indirizzo musicale, che garantisca una preparazione
aderente ai programmi degli attuali primi tre anni dell’Accademia di danza.
Si segnala infine la necessità di specificare correttamente il numero complessivo di ore riguardanti
ciascuna sezione, in quanto quello riportato nell’Allegato E sembrerebbe riferirsi alla somma di
ambedue gli indirizzi e non invece al singolo percorso musicale o coreutico.”
PARERE APPROVATO DALLA 7ª COMMISSIONE SENATO
SULL’ATTO DEL GOVERNO N. 133 (TECNICI)
“La Commissione, esaminato, ai sensi dell’articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400,
e dell’articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni
dalla legge 6 agosto 2008, n. 133,lo schema di decreto del Presidente della Repubblica in titolo,
rileva anzitutto che la carenza di professionalità tecniche adeguate è un elemento di debolezza nella
competizione internazionale ed esprime quindi un giudizio complessivamente favorevole sul
rafforzamento degli istituti tecnici, ed in particolare sul mantenimento delle sue specificità e
caratteristiche professionalizzanti, anche al fine di assicurare un’offerta più adeguata alla domanda
delle imprese, che attualmente resta in parte inevasa. In questo senso, giudica positivamente il
ripristino dell’istruzione tecnica nel sistema dell’istruzione secondaria superiore, disposta dal
decreto-legge n. 7 del 2007.
Rileva altresì che le audizioni condotte dall’Ufficio di Presidenza hanno consentito di registrare un
orientamento di fatto favorevole al riordino da parte dei rappresentanti delle famiglie, degli studenti,
degli imprenditori, nonché le preoccupazioni, sia pure diversamente motivate, da parte delle
associazioni disciplinari dei docenti, inevitabilmente condizionate dalla riduzione complessiva degli
orari. La Commissione non ha reputato peraltro di entrare nel dettaglio dei singoli quadri orario che
potranno, se del caso, trovare adeguati correttivi nella quota a disposizione dei singoli istituti.
In particolare, la Commissione esprime una valutazione favorevole in ordine a:
a) la riduzione degli indirizzi e delle sperimentazioni, pur invitando il Governo a non disperdere
esperienze importanti come Mercurio e Pacle-Erica. Al riguardo, pur concordando con
l’introduzione di una cospicua quota di flessibilità, da sommarsi alla quota di autonomia, al fine di
corrispondere alle esigenze del territorio e dell’utenza, si sollecita peraltro il Governo a porre
particolare attenzione affinché essa non riproduca l’eccessiva frammentazione degli indirizzi che si
intende superare;
b )il riferimento dei titoli in uscita con riguardo al Quadro europeo delle qualifiche (EQF) in
un’ottica di trasferimento, trasparenza e riconoscimento delle qualifiche e delle competenze a livello
europeo;
c) il rafforzamento del raccordo con il mondo del lavoro e delle professioni, anche attraverso la
diffusione di stage, tirocini, un’effettiva alternanza scuola-lavoro. Giudica infatti necessario
ripristinare a livello giovanile la cultura del lavoro, il rispetto delle regole ed il necessario senso del
dovere;
d) la riduzione oraria e disciplinare, che consente di ritrovare il giusto equilibrio tra quantità e
qualità, fortemente alterato nel tempo per ragioni meramente occupazionali. Ritiene tuttavia
possibile recuperare attraverso la quota di flessibilità alcuni di quegli insegnamenti, come le materie
giuridico-economiche e la geografia economica nel settore economico, che appaiono forse un po’
troppo compresse;
e) l’insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua inglese nel quinto anno.
Esprime pertanto un parere favorevole con le seguenti osservazioni:
1. si raccomanda di attivare la riforma dalle classi prime, per assicurare al cambiamento la
necessaria gradualità;
2. si invita a riconsiderare, nel contesto del medesimo quadro orario complessivo, la
riduzione delle discipline scientifiche e di indirizzo;
3. si ritiene indispensabile rafforzare il peso specifico dei laboratori che, a partire
dall’istituto tecnico settore tecnologico, subiscono un sensibile ridimensionamento;
4. si suggerisce di ripristinare, ove possibile, la figura dei lettori in lingua straniera e le
connesse ore di pratica delle lingue straniere;
5. si suggerisce di valutare l’opportunità di inserire una opzione forestale nell’indirizzo
Agraria ed Agroindustria;
6. si raccomanda di conservare, all’interno del sistema degli indirizzi, il riferimento alla
figura del perito aziendale corrispondente in lingue estere (Pacle-Erica), così come fortemente
richiesto dal mondo della produzione;
7. si invita a mantenere il corso di dirigente di comunità per l’assistenza e il supporto ai
bisogni della persona nell’istruzione tecnica. In alternativa, si auspica che tale corso trovi adeguata
valorizzazione nel liceo delle scienze umane;
8. si suggerisce di verificare che i corsi di aggiornamento del personale, sia connessi ai
diversi passaggi della riforma che diversamente finalizzati, siano realizzati con serietà e rigore,
superando le superficialità e le gravi inefficienze spesso registrate in passato;
9. si raccomanda di prevedere il riposizionamento del personale che sarà definito
soprannumerario o non inseribile nei nuovi percorsi formativi;
10. si ritiene indispensabile un forte raccordo con l’istruzione tecnica superiore.”
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PARERE APPROVATO DALLA 7ª COMMISSIONE SENATO
SULL’ATTO DEL GOVERNO N. 134 (PROFESSIONALI)
“La Commissione,
esaminato lo schema di decreto del Presidente della Repubblica recante il regolamento sul riordino
degli istituti professionali;
considerato che l’articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con
modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, concernente disposizioni in materia di
organizzazione scolastica:
al comma 3, stabilisce che il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, di concerto con
il Ministro dell’economia e delle finanze, sentita la Conferenza unificata di cui al decreto legislativo
28 agosto 1997, n. 281, e previo parere delle Commissioni parlamentari competenti per materia e
per le conseguenze di carattere finanziario, predisponga un piano programmatico di interventi volti
ad una maggiore razionalizzazione dell’utilizzo delle risorse umane e strumentali disponibili, che
conferiscano una maggiore efficacia ed efficienza al sistema scolastico;
al comma 4, stabilisce che per l’attuazione del predetto piano, con uno o più regolamenti, siano fra
l’altro ridefiniti i curricoli vigenti nei diversi riordini di scuola, anche attraverso la razionalizzazione
dei piani di studio e dei relativi quadri orari, con particolare riferimento agli istituti tecnici e
professionali;
preso atto del parere espresso dalla Conferenza unificata in data 29 ottobre 2009 e di quello del
Consiglio di Stato espresso in data 21 dicembre 2009;
tenuto conto delle indicazioni emerse nel corso delle audizioni di rappresentanti delle associazioni
di categoria e di esperti svolte dall’Ufficio di Presidenza;
esprime parere favorevole con le seguenti condizioni:
1) all’articolo 6, comma 1, appare opportuno sostituire le parole «dal regolamento emanato ai sensi
dell’articolo 3, comma 5, del medesimo decreto-legge» con le parole «e dal decreto del Presidente
della Repubblica 22 giugno 2009, n. 122»;
2) all’articolo 6, comma 4, appare necessario sostituire le parole «diploma di tecnico» con le parole
«diploma di istruzione professionale», allo scopo di evitare confusioni con l’analogo titolo di cui
all’articolo 20, comma 1, lettera c), del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, che si consegue a
conclusione dei percorsi quadriennali di istruzione e formazione professionale regionali, anche al
fine di riaffermare l’identità degli istituti professionali all’interno del secondo ciclo del sistema
nazionale di istruzione e formazione, rispondendo in maniera flessibile alla richiesta di competenze
sempre più avanzate connesse a precisi ambiti settoriali aventi rilevanza nazionale ed europea;
3) si invita ad inserire, all’articolo 6, una norma tale per cui nelle province autonome di Trento e di
Bolzano, nonché nelle Regioni autonome, ove previsto dalla legislazione provinciale e regionale
autonoma, per coloro che hanno superato i corsi quadriennali di formazione professionale e che
intendono sostenere l’esame di Stato di cui al comma 6 dell’articolo 15 del decreto legislativo 17
ottobre 2005, n. 226, le medesime province e regioni autonome realizzano corsi annuali che si
concludono con l’esame di Stato dinnanzi ad apposite commissioni d’esame nominate, ove richiesto
dalle province medesime, dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca e con le
modalità e i programmi di cui alle rispettive norme di attuazione del proprio Statuto, stabilendo
altresì che il percorso finale sia coerente con quello seguito;
4) si reputa altresì necessario ammettere all’esame di Stato coloro che sono in possesso del diploma
professionale di tecnico, conseguito a conclusione dei percorsi di istruzione e formazione
professionale, previa frequenza dell’apposito corso di cui all’articolo 15, comma 6, del decreto
legislativo 17 ottobre 2005, n. 226;
5) si sollecita l’introduzione, all’articolo 8, di una disposizione volta a riconoscere agli istituti
professionali di Stato la facoltà di assicurare l’offerta formativa nel settore con lo svolgimento dei
relativi corsi e il rilascio delle qualifiche – sino alla compiuta attuazione da parte di tutte le Regioni
degli adempimenti connessi alle loro competenze esclusive in materia di istruzione e formazione
professionale – almeno con riferimento agli atti dispositivi che le Regioni devono compiere in base
all’articolo 27, comma 2, del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226;
6) sempre all’articolo 8, occorre chiarire la confluenza dei percorsi sperimentali in atto nei nuovi
ordinamenti, in particolare, ove non indicata espressamente nell’allegato D), facendo riferimento
alla corrispondenza dei titoli finali prevista dai provvedimenti di autorizzazione alla
sperimentazione adottati dal Ministero;
7) si invita a prevedere un coordinamento tra i percorsi di istruzione secondaria superiore e quelli di
apprendistato, di cui al decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, per l’espletamento del dirittodovere
di istruzione e formazione
8) occorre richiamare l’applicazione dell’Allegato A del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226,
già prevista dallo schema di regolamento n. 132 concernente la revisione dell’assetto dei licei;
9) all’articolo 8, comma 4, lettera a), si invita a valutare l’opportunità di chiarire il riferimento
all’intervento sulle classi di concorso;
10) si sollecita la previsione di una fase transitoria che comporti la confluenza degli insegnamenti
previsti nei nuovi indirizzi di studio, opportunamente raggruppati funzionalmente, nelle vigenti
classi di concorso, per assicurare la regolare formazione degli organici, nonché la puntuale
attuazione delle operazioni di mobilità e di reclutamento del personale.
Si esprimono inoltre le seguenti osservazioni:
a) si invita a valutare l’opportunità di disciplinare dettagliatamente il quadro orario
conseguente all’applicazione della disciplina di cui all’articolo 8, rispetto all’ordinamento
previgente, limitando, di norma, a non più di due ore la riduzione dell’orario settimanale delle
lezioni;
b) occorre favorire l’utilizzo della quota dell’autonomia ampliando la determinazione degli
organici a livello regionale, nell’auspicio di arrivare alle regionalizzazione dell’istruzione
professionale per quelle regioni che hanno un sistema avanzato di formazione professionale
regionale;
c) si invita a definire il concetto di flessibilità in modo distinto da quello dell’autonomia,
per esplicitare meglio gli strumenti a disposizione delle istituzioni scolastiche, anche al fine di
corrispondere alle esigenze degli studenti e del territorio;
d) in merito all’indirizzo «Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera», si
giudica necessario prevedere adeguate specificazioni relative ai diversi servizi concernenti i
laboratori dei settori di: 1) enogastronomia; 2) servizi di sala e di vendita; 3) accoglienza turistica,
nonché valutare l’opportunità di rivedere la previsione di aumentare il monte orario delle discipline
teoriche, a scapito delle ore laboratoriali, inserendo altresì tra le discipline teoriche l’insegnamento
della matematica e dell’informatica, di psicologia della comunicazione e lo studio della seconda
lingua straniera;
e) si invita a valutare l’opportunità di istituire Poli per il Turismo, ovvero istituti di
istruzione superiore che comprendano l’istituto tecnico per il turismo e quello professionale per
l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera;
f) in ordine agli istituti professionali del settore industria e artigianato, si invita a valutare
l’opportunità di potenziare la compresenza degli insegnanti tecnico-pratici nei laboratori di chimica
e fisica del primo biennio, in quanto strettamente collegati alle discipline di indirizzo, anche al fine
di evitare di compromettere gli aspetti operativi della didattica in laboratorio con riferimento alle
discipline scientifiche a carattere sperimentale, tenuto conto che le ore inizialmente previste hanno
subìto un ridimensionamento del 50 per cento;
g) tenuto conto delle preferenze degli utenti, si ritiene opportuno salvaguardare le
competenze proprie dell’albo professionale dei periti agrotecnici, collocandoli nell’area della
produzione anziché in quella dei servizi;
h) si rileva l’esigenza di una contestuale riforma degli organi collegiali, in relazione
all’istituzione dei dipartimenti e dei consigli tecnico-scientifici;
i) si chiede il ripristino dell’alternanza scuola-lavoro;
j) si sollecita l’introduzione dell’organico funzionale pluriennale a fronte del monte ore
annuale flessibile per garantire le aree di indirizzo e la gestione delle supplenze brevi;
k) si segnala l’esigenza di mantenere i seguenti indirizzi: ottico, odontotecnico, grafico
pubblicitario, fotografico, disegnatore di moda.”