Psicologia e qualità della vita nella scuola

Dott. Cosimo Santi

La promozione della salute psicologica nelle scuole.

Le nuove prospettive relative alle politiche sociali, educative e della salute, sottolineano l’importanza di un cambiamento culturale: dalla centralità del disagio occorre muoversi verso la promozione del benessere.

Abbiamo oggi una nuova consapevolezza riguardo la vita umana: la malattia, il disagio o il livello di scolarizzazione, non sono più sufficienti per descrivere il benessere di una persona” spiega il Dott. Cosimo Santi, Psicologo Firenze.

Infatti, da alcuni anni l’OMS (Organizzazione Mondiale della Salute) riconosce che la salute non consiste solo nell’assenza di malattia e propone il concetto di Qualità della Vita, come stima del benessere percepito dalla persona. L’introduzione di questa nuova prospettiva ha importanti implicazioni in istituzioni che si occupano della formazione e del benessere psicosociale dell’individuo come la scuola.

Poter sviluppare modelli e strumenti per comprendere e migliorare la Qualità della Vita degli studenti, nonché dei docenti e degli operatori, richiede la partecipazione attiva dello psicologo.

In tale ottica, il ruolo educativo della scuola non deve limitarsi ai contenuti didattici ma si deve estendere alla promozione della salute globale dell’individuo. Per questo è possibile usare un approccio socio-psico-educativo orientato a fornire opportunità per l’espressione di doti individuali e la costruzione di condizioni ambientali in linea con i bisogni della persona.

In questo senso le principali dimensioni degli interventi scolastici incentrati sulla Qualità della Vita riguarderanno:

  • La sicurezza e salute della persona (benessere fisico, benessere materiale e diritti).
  • Le opportunità di sviluppo personale e autodeterminazione.
  • Le opportunità di inclusione sociale e di relazioni interpersonali.
  • Il benessere emotivo relativo alle esperienze personali.

Ogni dimensione è un possibile terreno di lavoro per la programmazione di piani educativi specifici, in cui bambini, insegnati ed educatori sono coinvolti in un processo di rinforzo reciproco centrato su temi positivi.

Abbandonare l’interesse esclusivo verso le mancanze e le criticità permette di evitare una forma di etichettamento negativo del bambino come colui che crea problemi o, peggio ancora, colui che è problematico. Permette anche di liquidare quell’attenzione al disagio che rischia di mantenerlo o addirittura rinforzarlo, mentre vengono sostenuti i comportamenti positivi emessi dall’allievo.

Questo nuovo paradigma per la pratica degli interventi scolastici, dovrebbe facilitare la comunicazione fra i diversi servizi e fra le varie figure professionali, come il dirigente, l’insegnante, lo psicologo e l’educatore, stimolando un lavoro di rete che non sovrapponga o sprechi risorse ma che favorisca un rapido e costante monitoraggio degli esiti.

La scuola, data la sua funzione educativa in senso globale, rappresenta il primo sistema coinvolto in questo importante cambiamento di prospettiva sul benessere dell’individuo e rappresenta il punto di partenza per sviluppare la salute psicologica per i bambini, le famiglie e il territorio.