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Ieri le studentesse e gli studenti della Rete della Conoscenza sono scesi in piazza in tante città italiane per manifestare contro l’abolizione del valore legale del titolo di studio, l’aumento delle tasse sull’università e la legge aprea.
“Abbiamo manifestato in oltre 50 città italiane con cortei, presidi e assemblee – dichiara Federico del Giudice portavoce della Rete della Conoscenza – per ribadire la nostra ferma contrarietà alle politiche portate avanti da questo governo sulla formazione: vengono alzate le tasse agli studenti, privatizzati i consigli d’istituto e si prova ad abolire, tramite un questionario truffa, il valore legale del titolo di studio; tutto questo a svantaggio di una generazione di studenti e precari che oggi ha dimostrato la sua ferma opposizione a questi provvedimenti”
Come studentesse e studenti che in questi anni si sono mobilitati contro la privatizzazione dell’università, a Torino, Napoli, Bari, Siena e in tante altre città siamo tornati in piazza per difendere il mondo della conoscenza, convinti di come esista un filo rosso che lega la privatizzazione dei saperi alla precarizzazione del nostro futuro
Dopo le azioni di questa mattina in tutta Italia, questo pomeriggio gli studenti della Rete della Conoscenza di Roma dopo aver svolto assemblee e volantinaggi in tutte le facoltà sono tornati davanti al Miur, dove avevano convocato un presidio e dove già questa notte avevano compiuto un blitz, per ribadire la loro ferma volontà di difendere il valore legale del titolo di studio.
Gli studenti hanno preparato delle sagome raffiguranti il ministro Profumo, l’ex ministro Gelmini, l’Aprea, il presidente di Confindustria e di alcuni rettori della Crui per indicare chi sono i veri mandanti delle proposte ministeriali e gli unici reali interlocutori consultati dal ministro Profumo per sostenere le scelte di distruzione dell’università operate da questo governo.
“Abbiamo scelto di venire oggi al ministero – dichiara Diana Armento portavoce di Link Roma – perché domani termina il questionario preparato dal Miur che risulta essere una vera truffa in quanto le risposte sono indirizzate in un’unica direzione, quella di abolire il valore legale del titolo di studio, per evitare questo abbiamo scritto un prontuario di risposte e abbiamo portato a votare contro l’abolizione centinaia di studenti, oltre ad aver elaborato un contro-questionario che stiamo distribuendo in tutte le facoltà per far emergere quali sono i reali problemi dell’università italiana”.
Crediamo sia indispensabile continuare le mobilitazioni per difendere i saperi, per questo saremo in piazza il 25 aprile per ricordare la resistenza e il 1 maggio a fianco dei lavoratori e allo sciopero generale, allo stesso tempo il 16 maggio boicotteremo i test invalsi in tutte le scuole e saremo presenti in tutte le facoltà e in tutte le piazze per far compilare il contro-questionario sul valore legale del titolo di studio, promosso da studenti, precari e ricercatori riunitisi in assemblea a Bologna, convinti che riusciremo a battere il ministero su questionario uffciale e avremo un numero di contro-questionari compilati in questo mese superiore a quelli della consultazione del ministro.
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