Formazione bis: si torna alla legge 24. Ora si cercano i soldi

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Sì al ripristino della legge 6 marzo 1976, n.24. E’ la novità emersa al ‘Tavolo’ tecnico istituzionale sulla riforma della formazione professionale. E’ apparsa convinta l’assessore regionale al ramo, Nelli Scilabra, nell’annunciare la volontà del Governo regionale di finanziare il capitolo di bilancio 717910. Quindi, si fa marcia indietro, bocciato l’operato di Ludovico Albert.

E’ stato, infatti, l’ex dirigente generale del settore a smantellare con discutibili provvedimento amministrativi la legge regionale n. 24. puntando sull’Avviso 20/2011, ovvero trasferendo sul Fondo sociale europeo il finanziamento delle attività corsuali. Ed è stato sempre Albert ad introdurre l’utilizzo dell’ammortizzatore sociale in deroga attraverso le procedure disciplinate dalla legge n.223 del 23 luglio 1991 (mobilità per il licenziamento).

E’ stato il famigerato trio delle meraviglie LAC (Lombardo, Albert, Centorrino) a volere fermamente la legge n.10 del 7 giugno 2011 che ha modificato l’articolo 132 della legge regionale 16 aprile 2003, n.4 che ha istituito il Fondo di garanzia. A parte la partecipazione nutrita di tanti lavoratori licenziati da un meccanismo messo in campo dal precedente Governo regionale, che rileviamo come fatto positivo, rimane incerto il futuro del settore. Sono tanti i motivi.

Dei tanti interventi sottolineiamo con stupore le dichiarazioni di Cgil, Cisl e Uil che, promotori con Albert dell’abbandono della legge regionale n.24/76 e del Fondo di garanzia in favore dell’Avviso 20/2011 e dei licenziamenti, ieri hanno compiuto un passo indietro verso la legge 24/76, sconfessando il proprio passato lombarian-albetiano e riproponendo, per l’appunto, la legge regionale n. 24. Insomma, veri e propri “camaleonti”.

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