Apprendiamo che il CUN ha registrato quest’anno un calo del 17% delle immatricolazioni nelle nostre università rispetto all’anno accademico 2003-2004, pari quasi alla scomparsa di un intero ateneo come quello della Statale di Milano.
“Inutile dire che purtroppo ci aspettavamo questi dati” – dichiara Luca Spadon, Portavoce di Link Coordinamento Universitario – “Sono anni che denunciamo il definanziamento dell’università pubblica e dei fondi per il diritto allo studio che si stanno traducendo in costi materiali insostenibili per la maggior parte degli studenti italiani.”
E’ in corso una vera e propria espulsione di massa dalle nostre università di migliaia di studenti e studentesse: a causa dei tagli al F.F.O., Gli atenei hanno aumentato le tasse universitarie per far fronte alle spese di gestione. La contribuzione universitaria negli ultimi 5 anni (dal 2007 al 2011) è aumentata complessivamente di ben 283 milioni. Inoltre diminuendo i fondi per il diritto allo studio nel 2010-2011 gli studenti “idonei non beneficiari” di borsa di studio erano 45.000, un dato che è aumentato esponenzialmente nell’ultimo anno. A ciò occorre aggiungere i sempre maggiori costi dei servizi: mense, trasporti, libri di testo, spesso privi di agevolazioni, in particolare per studenti con redditi bassi e fuori sede.
Il calo delle immatricolazioni peggiorerà la percentuale di laureati che ad oggi si attesta molto sotto la media europea, l’Italia si colloca 34° posto su 36 Paesi, un dato che ad oggi si scontra con il preoccupante fenomeno della “bolla formativa” per cui, nonostante il numero dei laureati in Italia sia basso, essi risultano troppi per il nostro mercato del lavoro (37,1% tasso di disoccupazione giovanile), gli ultimi dati di Almalaurea mostrano infatti che il tasso disoccupazione per i laureati di specialistica è più alto che per i laureati di triennale.
Studiare in Italia sta diventando sempre più un privilegio per piccole elite, l’università rischia di diventare totalmente inaccessibile a quanti non riescono a sostenere gli altissimi costi che gravano sulle famiglie e sui redditi degli studenti- lavoratori. A questo poi si deve aggiungere l’aumento dei corsi a numero chiuso che rappresentano il 50% dell’offerta formativa e che impediscono purtroppo a tanti giovani di iscriversi all’università.
“Siamo indignati dalla totale assenza di soluzioni ai problemi dell’Università italiana all’interno del dibattito elettorale attualmente in corso” – continua Luca Spadon, di Link – Coordinamento universitario – ” Speriamo che questi recenti dati stimolino il dibattito elettorale attorno ai temi dell’università e della ricerca. Al fine di aprire una discussione seria gli studenti, i ricercatori ed i precari dell’università hanno redatto una decalogo di richieste e proposte sui temi dei saperi e della conoscenza a cui, nei mesi futuri, il prossimo Governo avrà il dovere di dare delle risposte concrete”.
Link Coordinamento universitario