La transizione ecologica è il tema centrale di oggi, la “cosa giusta da fare”. E’ un qualcosa che coinvolgerà tutto il pianeta. È sotto la lente di ingrandimento di gran parte degli Stati europei e mondiali, non solo per volgere verso un comportamento sostenibile, ma anche come grande opportunità economica.
Ovviamente non sarà un processo veloce, e le resistenze di taluni paesi che hanno sviluppato le loro economie velocemente, è forte, ma il cammino deve essere intrapreso.
Assisteremo ad una rivoluzione con il passaggio da un sistema produttivo intensivo (non sostenibile), basato solamente sulle quantità a scapito degli impatti, ad un modello sostenibile a livello ambientale, alimentare, sociale ed economico.
Come effettuare la transizione ecologica nella tua organizzazione? In questo focus, ne parleremo con Sistemi & Consulenze, realtà che supporta le organizzazioni nei processi di rivalutazione ambientale e di certificazione ambientale.
Cercando di rispondere alla domanda in modo semplice e conciso per prepararti ad un futuro molto prossimo, ad una tappa obbligata da intraprendere il prima possibile.
Perché è importante la partecipazione di tutti alla transizione?
La partecipazione di tutti è fondamentale. Soprattutto la partecipazione delle aziende, che sono quelle contro le quali è stato puntato il dito. Ovvio che queste siano quelle che han causato i maggiori “danni” al nostro ambiente.
Ma sono anche quelle che hanno maggior possibilità di avviare i processi di miglioramento tecnologico e comportamentale, sospinte da fondi e politiche internazionali, per il mutamento di pensiero produttivo.
L’inquinamento ambientale e l’impoverimento delle risorse sono i due nemici dichiarati del pianeta, da sconfiggere per non dover subire conseguenze irreversibili. Mentre tutela l’ambiente, l’organizzazione che aderisce alla transizione ecologica avrà la grande opportunità di rinnovarsi ottimizzando i suoi processi in termini di efficienza produttiva e ambientale.
Bisogna aprire le porte al cambiamento e farlo in fretta per rispettare l’ambiente e, allo stesso tempo, rilanciare l’economia e la produttività ad alti livelli.
La transizione avverrà attraverso politiche ecologiche, certificazioni ambientali ed un cambiamento di stile di vita che ci riguarda tutti (lotta agli sprechi ed agli eccessi dannosi, gestione ottimizzata dei rifiuti, dei mezzi di trasporto, dell’energia).
Che cosa abbiamo fatto al nostro ambientale?
I comportamenti degli ultimi secoli han sicuramente creato un tessuto produttivo importante. Purtroppo non sempre curante di quello che possa essere stato l’impatto del proprio operato sull’ambiente.
Poco considerate le energie alternative, le catene di approvvigionamento, del riciclo e del rifiuto da utilizzare come sotto prodotto. Senza considerare che sono state utilizzate aree delocalizzate di produzione per sfruttare opportunità economiche sociali dei paesi in via di sviluppo.
Questo che cosa ha creato? Questo ha creato un inquinamento quasi irrisolvibile delle acque, aria, dei terreni, ingestibilità dei rifiuti, l’innalzamento climatico, che a sua volta genera gravi attività atmosferiche e questo mutamento ambientale ha impoverito aree già il difficolta ed a partecipato all’estinzione di alcune specie.
I piani di transizione ecologica a vantaggio della tua azienda
Partiamo dagli obiettivi UE finalizzati a tutelare l’ambiente, poi ti spiegheremo come effettuare la transizione ecologica nella tua organizzazione.
Gli obiettivi fissati dalla Commissione UE al 2030 si basano su 5 punti chiave:
- energie rinnovabili;
- economia circolare e agroecologia;
- mobilità a zero emissioni;
- stop alle trivelle;
- tutela della biodiversità ambientale.
Il progetto interessa tutte le organizzazioni di qualsiasi contesto e grandezza. Il piano straordinario UE messo in campo per intervenire sulla crisi post-Covid (Recovery Plan) si basa soprattutto sulla transizione ecologica e digitale.
I fondi del piano d’investimento NexGenerationEU disponibili complessivamente sono pari a 672,5 miliardi di euro: il budget previsto per l’Italia è di 200 miliardi di euro. Per fruirne, è fondamentale realizzare la transizione green.
Il gioco (che gioco non è) vale la candela. L’impegno ecologico porterà le aziende ad una nuova fase di progresso e crescita economica. L’innovazione industriale si tradurrà in formazione, riqualificazione professionale in ogni settore della green economy ed in nuovi posti di lavoro.
Transizione ecologica: cosa chiede l’UE ai Paesi membri
L’Unione Europea concederà i fondi per raggiungere la neutralità nelle emissioni di CO2 entro il 2050.
Ecco gli obiettivi da rispettare:
- utilizzo di fonti rinnovabili (70%) ed implementazione di un’economia all’idrogeno per ridurre le emissioni di CO2;
- graduale riduzione dell’uso di combustibili fossili;
- aumento dell’efficienza energetica anche grazie alla riqualificazione edilizia;
- agricoltura sostenibile;
- mobilità elettrica nel trasporto pubblico e privato;
- rimboschimento;
- riciclo;
- salvaguardia delle biodiversità.
- Il PNRR Next Generation Italia interverrà su 4 macro-aree:
- Energia rinnovabile, idrogeno e mobilità sostenibile;
- Efficienza energetica, riqualificazione edilizia;
- Economia circolare ed agricoltura sostenibile;
- Tutela del territorio e della risorsa idrica.
Certificazioni ambientali: la via del cambiamento
Di fronte all’ambizioso progetto della transizione ecologica, molte aziende si chiedono come possono contribuire al piano.
Innanzitutto, per ottimizzare i processi produttivi ed implementare l’economia circolare, la transizione richiede un’accurata valutazione degli impianti e dei consumi energetici.
L’obiettivo della transizione può essere concretamente raggiunto attraverso specifiche norme di certificazione ambientale.
Le norme fondamentali sono:
- ISO 14001: SGA (Sistema di gestione ambientale) per l’analisi degli impatti aziendali;
- ISO 50001: SGA energia, essenziale per valutare l’impatto energetico ed il continuo miglioramento delle prestazioni ambientali;
- Ecolabel, marchio di qualità ecologica per prodotti e servizi;
- Dichiarazione EMAS legata al Regolamento UE 2017/1505, da aggiungere ai requisiti previsti dalla norma ISO 14001;
- Impronta ambientale risorse idriche (Water Foot Print);
- Impronta ambientale ciclo del carbonio (Carbon Foot Print) per eliminare l’impatto dell’effetto serra;
- LCA-Life Cycle Assessment: sistema che serve a valutare gli impatti di prodotti e servizi nell’intero ciclo di vita (dalla progettazione allo smaltimento dei rifiuti);
- Marchi nazionali come il Green Made in Italy;
- Marchi internazionali come il Carbon Neutral ed altri;
- Varie norme settoriali sulla sostenibilità delle spiagge e stabilimenti balneari, settore recettività o degli eventi, standard trasversali che nei loro requisiti richiedono l’applicazione dei principi definiti dalla norma ISO 14001.
Come abbiamo visto le opportunità di partecipare alla transizione ecologica per le organizzazioni saranno moltissime. Opportunità che saranno sostenuti dai fondi internazionali, e che potranno aiutare alla revisione dei processi, delle strutture e delle attrezzature.
Una opportunità utile di forte rilancio, ma che da fare molta attenzione al Greenwashing, ovvero a tutte quelle situazioni e progetti che nascono, sfruttando di facciata il Green Deal, non con l’intento di migliorare l’ambiente, ma mettendo in atto progetti fasulli per accaparrarsi fondi in modo non eticamente corretto.
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