Anche quest’anno stiamo assistendo ad un’ondata di scuole che impongono letteralmente il contributo “volontario”, minacciando gli studenti di non mandarli in gita o di non fare attività integrative. La possibilità di versare un contributo è stata introdotta dal DL 40/2007 e nella circolare ministeriale 0000312 ma nelle scuole senza più fondi statali si è trasformato in una vera tassa.
“Il contributo è volontario – denuncia l’Unione degli Studenti – come sancito anche dal MIUR non può essere imposto in alcun modo, le risorse ottenute dal contributo possono essere usate esclusivamente per ampliare l’offerta formativa e non per il funzionamento ordinario della scuola, infine le famiglie devono essere informate della detraibilità fiscale del contributo. Ci sono giunte già centinai di segnalazioni di imposizioni di contributi volontario insostenibili (anche diverse centinaia di euro) ed abbiamo attivato uno sportello dedicato per bloccare questa vergogna!”
“Ci dobbiamo riprendere il diritto di poter studiare. Nelle scuole pubbliche non possono essere ammesse tasse aggiuntive perchè discriminanti per chi non se le può permettere. – aggiunge Danilo Lampis dell’UdS – La questione non è che esista o meno il contributo, ma che venga imposto e che venga usato per coprire le inefficienze dello stato”
“Le forze politiche che si candidano a governare il paese devono essere chiare: scuola pubblica significa finanziamenti pubblici e non scaricare i i costi su studenti e famiglie, – conclude nella nota l’Unione degli Studenti – altrimenti si va verso la strada della privatizzazione”
UNIONE DEGLI STUDENTI
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