Continuarono a chiamarla riforma

Mi chiamo Paolo, sono neolaureato e seguo con passione la politica. Le dichiarazioni di cui sotto, non sono dell’autore o degli autori di questo blog, ma miei personali. Perciò se volete polemizzare, polemizzate solo con me. Questo è il mio contributo, che apporto con piacere a questo bel blog:

Il Decreto Gelmini prevede un palese ritorno al passato. Si ritorna al grembiule, si ritorna al voto in condotta, si ritorna ai voti al posto dei giudizi.
Cose più o meno condivisibili, a seconda dei punti di vista. Io condivido in pieno il ritorno al grembiule (anche se per la verità non so di che utilità possa essere), il ritorno al voto in condotta (mooolto bene. La scuola, come mi hanno sempre insegnato i maestri e i professori, prima che un luogo di istruzione, è un luogo dove si impara l’educazione. A tal proposito reintrodurrei la religione obbligatoria fino alla maggior età e soprattutto introdurrei le Scienze dell’Educazione Ambientale, per imparare a rispettare l’Ambiente e studiare fenomeni attuali, come il surriscaldamento globale, e la geografia obbligatoria alle medie come alle superiori).
Va bene anche il ritorno ai voti al posto dei giudizi, ma io comunque lascerei anche i giudizi, e li affiancherei ai numeretti.
Va OTTIMO, ma veramente OTTIMO, il blocco dei libri, in quanto io dovevo comprare ogni anno un libro di storia: Percorsi di Storia 1, per il primo anno di superiori; percorsi di storia 2, per il secondo anno. Non va bene. Facciano un unico libro! Perché ci fanno comprare più libri? La storia è sempre quella! Ci facciano fare fotocopie su altre pagine di storia attuale che si sono scritte, ma comprare ogni anno lo stesso libro è una spesa gravosa ed inutile per tutte le famiglie. Così per la matematica. La matematica non cambia mai. E così per tutte le altre materie. Quindi, benfatto. Quello è l’unico provvedimento che condivido veramente e pienamente di questo decreto.
Si ritorna anche al Maestro Unico, INGIUSTAMENTE chiamato “prevalente”, per tranquillizzare gli animi. Un pò come fanno per gli inceneritori, che li chiamano, solo in Italia, TERMOVALORIZZATORI. Ma noi non abbiamo bisogno alcuno di valorizzare calore.
Comunque, ritornando a bomba, se nel decreto è scritto CHIARAMENTE “unico”, perché lo chiamano “prevalente”?
Il ritorno al Maestro Unico, dicono, serve per pagare di più quelli che rimangono, e mandano in pensione 87.000 uomini che raggiungono l’età pensionabile e gli anni di contributi in questi tre anni.
Ora, a primo acchitto, sembra che sia una cosa condivisibile, ma in realtà, dal mio punto di vista,
non lo è per niente, perché vuol dire non solo pensionare coloro che raggiungono l’età e i contributi pensionabili (e quello va bene), ma anche non rinnovare il contratto dei precari, quelli assunti a tempo determinato, diventata prassi in Italia. Ormai il lavoro a tempo indeterminato è diventato nobiltà, un lusso che solo pochi fortunati possono concedersi.
Altro provvedimento contestabile, anche se non previsto DIRETTAMENTE dal Decreto Gelmini, è il taglio alla cieca sulle università e sedi distaccate, che vogliono chiudere.
Io ho studiato e mi sono laureato in una sede distaccata, fatta appositamente per evitare lo spopolamento, che nella provincia di Nuoro è enorme. Risultato. La facoltà dove ho studiato io contava, l’ultimo anno di studi (2007-2008), 2.000 iscritti. A Cagliari, nella stessa facoltà, poco più di mille. In questo modo abbiamo evitato lo spopolamento.
Ricordatevi bene: lo Sviluppo non si fa con le infrastrutture. Lo sviluppo si fa con l’istruzione. Lo sviluppo PARTE dall’istruzione. Senza università, senza scuole distaccate, senza istruzione, non c’è FUTURO. Le sedi distaccate, sono un vero toccasana per l’economia e soprattutto per il futuro di questo Paese. Tagliarle, come previsto da Tremonti in finanziaria, è una ghigliottina per il nostro futuro.
E continuavano a chiamarla riforma. Un autentico ritorno al passato e tagli a non finire, perché “senza soldi”. Non ci sono soldi per la scuola, per le fonti rinnovabili, per le infrastrutture in questo Paese. Mentre ci sono per il nucleare, per il Ponte sullo Stretto, per salvare gli speculatori banchieri, e così tanti da regalarne alla Libia. CINQUE MILIARDI. Ecco dov’è il tesoretto!
Con questi soldi si poteva e si DOVEVA salvare la scuola.

Per queste ragioni vi chiedo di protestare, almeno in piazza, visto che non potete più nelle scuole. Continuare a protestare per chiedere FUTURO e RIPOPOLAMENTO! Questo è lo sviluppo di cui abbiamo maggiormente bisogno. Senza questo sviluppo, NON C’E’ FUTURO, NON C’E’ SPERANZA.
E con piacere do il mio contributo a questo blog, che rappresenta la speranza, la voce di chi non ha voce. Forza ragazzi,
io sono con voi.”

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