Come si manifesta la fobia sociale? Comunemente i primi sintomi di questa malattia compaiono in maniera lenta e progressiva, manifestandosi durante l’infanzia e l’adolescenza, a volte causati da problemi di insicurezza e timidezza che con il passare degli anni non si è riusciti a superare.
Sono diverse le forme con le quali questa patologia può manifestarsi: in alcuni casi può comparire improvvisamente durante un periodo particolarmente duro e sfortunato oppure cominciare in relazione ad avvenimenti, quali ad esempio il rapporto con i coetanei o con i professori, che hanno fortemente segnato l’individuo e nei quali il suo comportamento è stato ridicolo ed inadeguato a causa della paura di sbagliare. Se, in quei momenti, si è cominciato ad avvertire tremori, palpitazioni e sudorazione, sentendosi ridicoli può accadere che quando queste situazioni si ripeteranno soffriremo le stesse ansie, che saranno causate proprio dall’essere malati di fobia sociale.
Nei casi più fortunati, come è capitato a diverse persone, la timidezza non sfocia in malattia e, sebbene si provino sensazioni di estremo disagio in determinate situazioni, il tutto resta confinato nell’ambito di un carattere troppo schivo e riservato. Ma non per tutti è così. In ogni caso è consigliabile agire all’origine del problema ed informandosi in modo adeguato. Al riguardo il sito FobiaSociale.org offre dei validi spunti di riflessione sul tema.
Sono diverse le cause che scatenano la fobia sociale che è originata da una serie di fattori che possono dare luogo al suo sorgere. In primo luogo, bisogna dare la giusta importanza alla vulnerabilità biologica che si configura come una tendenza a reagire in maniera eccessiva di fronte a situazioni stressanti o a problemi esistenziali negativi.
Questa tendenza è genetica ed appartiene al sistema nervoso di un individuo, ma ha grande importanza anche la vulnerabilità psicologica di una persona con la sua maniera di reagire e di affrontare i problemi, aspetti tutti legati a fattori della personalità e causati anche dall’educazione che abbiamo ricevuto e dalle esperienze vissute. L’insieme di questi fattori stabilisce una serie di convinzioni basilari attraverso le quali vediamo ed interpretiamo il mondo circostante che in chi soffre di questa malattia è visto con diffidenza e vissuto con pessimismo, senza stima di sé stessi e con una sensazione di inadeguatezza e disorientamento, che pregiudica fortemente l’interazione sociale.