Nella giornata di oggi abbiamo appreso alcune dichiarazioni del Ministro Profumo che sostenevano l’inesistenza di tagli al Diritto allo Studio all’interno del Decreto sui L.E.P. che a breve sarà in discussione nella Conferenza Stato- Regione.
Il Ministro purtroppo mente sapendo di mentire e l’analisi del provvedimento lo conferma in pieno.
Anzitutto va sottolineato che in termini assoluti le risorse finanziarie per il Diritto allo Studio per l’anno 2013 sono inferiori a quelle dell’anno passato e ancor di più dell’anno 2009, che ha messo in ginocchio il sistema del Diritto allo Studio in molte regioni. In aggiunta a questo, la rimodulazione delle soglie ISEE e la limitazione d’età a 25 anni per il primo anno di laurea triennale e a 32 per il primo anno di laurea specialistica per ricevere la borsa di studio, riducono ulteriormente le borse di studio che verranno stanziate alle studentesse e agli studenti italiani.
“Con l’ennesimo gioco di prestigio compiuto ai danni degli studenti – dichiara Luca Spadon, Portavoce nazionale di Link – Coordinamento Universitario – il Ministro Profumo taglia senza ammettere di tagliare, nascondendo le sue evidenti responsabilità politiche.”
Risulta innegabile che l’ipotesi di differenziazione della soglia massima per macro-regioni in maniera tanto netta (20.000€ al nord, 17.000 al centro, 14.000 al sud) più che affrontare la questione del diverso costo della vita nelle diverse regioni italiane dà luogo a discriminazioni profonde in base all’ateneo in cui si decide di studiare. In particolare, viene penalizzato il diritto allo studio negli atenei del sud. Tale proposta risulta fortemente arretrata rispetto a modelli esistenti in altri paesi.
“Se l’obiettivo del ministro è quello di adattare alla realtà il vecchio sistema – continua Luca Spadon di Link – Coordinamento Universitario – perché non ispirarsi al modello francese, stabilendo una soglia ISEE uguale per tuttti gli studenti d’Italia e rimodulare l’ammontare delle borse di studio sulla base dei L.E.P. e dei diversi costi della vita delle diverse regioni italiane?”
Infine, dall’analisi degli artt. 2 e 3 del Decreto, si profila il rischio di una diminuzione dell’importo della borsa per gli studenti fuori sede addirittura fino a 240 euro su base mensile. Le regioni e le provincie autonome, infatti, potranno ridurre l’ammontare delle borse di tale cifra se riterranno, mediante una propria valutazione priva di qualsiasi tipo di controllo, di assicurare la copertura del servizio abitativo (cioè che tutti i fuorisede aventi diritto abbiano un posto letto).
Riteniamo molto pericolose le conseguenze dell’approvazione del Decreto e per questo chiediamo a gran voce che tale provvedimento venga respinto nella riunione della Conferenza Stato-Regioni del 7 Febbraio prossimo.
LINK – COORDINAMENTO UNIVERSITARIO NAZIONALE
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