I Precari della scuola in lotta di Palermo sono stati i primi, nel partecipare all’assemblea nazionale del 26 settembre a Roma, ad evidenziare le contraddizioni inerenti le modalità di indizione dell’assemblea nazionale, la natura “politicamente vacua” e profondamente cittadina del presidio di Montecitorio da cui è partito l’appello e il livello di scarso confronto democratico operato dai soggetti presenti al presidio nei confronti dei coordinamenti precari di tutte le aree non appartenenti alla realtà romana.
Allo stesso modo i Precari scuola in lotta di Palermo, insieme al Cps Catania, al Coordinamento 3 ottobre di Milano e al Cps Bologna hanno immediatamente contestato il verbale dell’assemblea di Roma che, anziché mettere in risalto l’unico vero risultato unitario raggiunto dalle realtà presenti in relazione ad una grande manifestazione unitaria del mondo della scuola che desse seguito alla “presa di Messina”, si “cristallizzava” su un appello mai approvato in assemblea e minoritario all’interno della stessa in relazione ad uno sciopero unitario per il giorno 8 ottobre. I Precari della scuola in lotta di Palermo, che riconoscono come decisione assembleare condivisa solo il documento di partecipazione alla manifestazione Fiom del 16 e la decisione di una manifestazione nazionale del mondo della scuola il giorno 30 ottobre a Napoli, hanno più volte nel corso dell’assemblea invitato il Cps Napoli a rivolgere un appello ai precari campani di area Cobas (Salerno, Caserta, Napoli) affinchè contribuissero attivamente alla realizzazione della manifestazione, divenendo “parte viva” nella costruzione dell’iniziativa. Comprendiamo le difficoltà dei Precari salernitani, casertani e napoletani nel co-partecipare ad una manifestazione lanciata in un’assemblea che non ha visto la loro partecipazione per motivi legittimi e che hanno determinato le nostre forti proteste, ma allo stesso tempo assicuriamo che la decisione di una grande manifestazione nazionale del mondo della scuola rappresenta l’unica vera decisione dell’assemblea romana che ha visto unirsi tutti i coordinamenti presenti e che si può dire essere il frutto della volontà di tutti e non delle manovre politiche di questo o quel sindacato (differentemente dall’appello dell’8 che è stato evidentemente orientato dall’Unicobas e dalla minoranza Flc Cgil, e rispetto al quale ci dispiace che molti dei coordinamenti presenti non abbiano ancora oggi operato una forte autocritica).
Nell’apprezzare il tentativo di mediazione portato avanti dal Cps Napoli in occasione della manifestazione interregionale campana, che veniva incontro anche alla nostra richiesta esplicita di confronto con realtà precarie importanti non presenti all’assemblea del 26, invitiamo i precari di Salerno, Napoli e Caserta a non chiudersi rispetto alla data del 30 ottobre, a non considerare eterodiretta una decisione che invece nasce dalla volontà di essere “uniti nella diversità” di tanti coordinamenti precari e a non bollare come Cgil la decisione di tanti precari appartenenti anche all’area del sindacalismo di base. Invitiamo il Cps Napoli e i Precari area Cobas a riprendere la strada del confronto politico, superando le incomprensioni iniziali e lavorando insieme alla data del 30, proposta dal Cps Catania e dai Pil di Palermo, e condivisa da molti “coordinamenti precari italiani”, in quanto consentirebbe alle tante realtà sparse nello “stivale” di muoversi con facilità e senza l’assillo di un immediato ritorno.
Comprendiamo tutte le critiche politiche e le ragioni di metodo avanzate dai precari Campani di area Cobas e dalle realtà quali Las Milano, Gap Genova e Rete Veneta rispetto all’assemblea di Roma, ma vi chiediamo un atto di “maturità politica” che bilanci le “ingenuità” dell’assemblea del 26, e che tutti si lavori per una grande manifestazione nazionale il 30 ottobre, da cui ripartire per un nuova campagna di lotta e resistenza nelle scuole.
Precari scuola in lotta Palermo