Il ministro dell’Istruzione attacca i presidi delle scuole italiane. Quelli che “fanno politica” invece di fare il proprio dovere. Si riapre il fronte delle polemiche sul mondo della scuola. Non è proprio piaciuta a Mariastella Gelmini l’iniziativa di alcuni dirigenti scolastici di inviare una lettera alle famiglie per denunciare la scarsità di “fondi per un adeguato svolgimento dell’attività scolastica”. Tutto è partito dal Lazio dove le scuole sono in emergenza costrette ad elemosinare persino carta igienica e fotocopie, mentre a causa di strutture fatiscenti le aule vengono chiuse perchè inagibili o a rischio incidenti e molti alunni restano senza docente per ore per via dei tagli del personale.
L’allarme dei presidi, scuole senza soldi
A lanciare l’allarme è stata l’Associazione Scuole Autonome del Lazio (Asal), con una lettera inviata contemporaneamente da centinaia di dirigenti scolastici ai genitori degli alunni «per rendere pubblica la grave emergenza finanziaria. Gelmini l’ha presa male e ha preso l’iniziativa.
“A un dirigente scolastico – ha affermato – è richiesto di dirigere una scuola e io credo che debba assumersi oneri e onori. Deve finire l’abitudine a fare politica, a fare comunicazione, a scaricare sul ministero le responsabilità. Chi non sa dirigere, cambi mestiere. Chi lo sa fare vada avanti e risolva i problemi”. Parole che hanno subito sollevato pesanti repliche. Poi ha corretto il tiro sostenendo che le sue parole non erano certamente riferita a tutti i presidi, ma “a una piccola parte, circa 60 su oltre 900 in tutto il Lazio, fortemente legata alla Cgil che usa la scuola per fare politica”.
La risposta della Cisl Scuola
Ma Francesco Scrima, segretario generale della Cisl Scuola, ha risposto in modo molto secco anche se la Cisl non è stata citata. “Che alle scuole manchino risorse è una triste realtà, non è un’invenzione dei dirigenti scolastici. Ha torto il Ministro se li richiama per questo, li accusa di
far politica e li invita a cambiar mestiere”. Per la Cisl spiegare alle famiglie le ragioni delle difficoltà non è fare politica ma informare sui motivi a garantire efficacemente il proprio servizio.
“Anzi – spiega Scrima – è un atto di trasparenza e di responsabilità. È in questo modo che si fa bene il proprio mestiere. Chi ha responsabilità in un servizio pubblico deve rendere conto alla sua utenza anche dei vincoli e dei problemi della struttura che amministra, distinguendo le responsabilità dei diversi attori. se questo è fare politica conclude Scrima lo è nell’accezione nobile del termine ed è una delle funzioni proprie del dirigente scolastico. Spiace che il Ministro non se ne renda conto, e non ne prenda esempio”.