Gli studenti confermano il loro NO alla spending review

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Veniamo a conoscenza, dalle notizie apparse oggi a mezzo stampa sulla spending review, di una serie di informazione confuse: il governo, dopo le oltre 7 ore di Consiglio dei Ministri, pare aver modificato almeno in parte la prima bozza di testo.

“Come studentesse e studenti siamo preoccupati per la situazione di scuola e università, pretendiamo chiarezza dal ministro dopo il vergognoso comunicato apparso ieri sul sito del Miur – dichiara Luca Spadon, portavoce di Link Coordinamento Universitario Nazionale – malgrado sembri che i tagli di 200 milioni al FFO siano stati cancellati, non riteniamo questo sufficiente rispetto alla gravosa situazione in cui versa l’università italiana. ll FFO previsto per il 2013 è di 6,45 miliardi, pesantemente ridotto a seguito dei tagli della Gelmini con la legge 133 rispetto ai 7,4 mld del 2009. I fondi attuali non saranno mai sufficienti per garantire il regolare svolgimento dei corsi e delle attività.”

Inoltre, per quanto il ministro cerchi di giustificare il trasferimento alle scuole e alle università private mostrando come rispetto agli anni precedenti si tratti di una diminuzione della spesa, non ci riteniamo soddisfatti. Infatti crediamo sia indispensabile garantire l’adeguato funzionamento del sistema di istruzione pubblica, oggi pesante tagliato nei suoi trasferimenti e crediamo che scuole o atenei privati non debbano ricevere fondi dal sistema pubblico.

Per quanto sia positivo lo stanziamento di 90 milioni sul fondo per il diritto allo studio esso rischia di essere uno specchietto per le allodole rispetto alle necessità reali del diritto allo studio nel nostro paese, infatti, malgrado questo trasferimento, per l’anno prossimo a bilancio sono ad oggi presenti 103 milioni (compresi i 90 assegnati dalla spending review), mentre l’anno scorso eravamo a 170 milioni e nel 2009 a 246 milioni, cifre che comunque non hanno mai consentito la copertura totale delle borse di studio. Riteniamo sbagliato che il ministero cerchi di coprire questi mancati investimenti dello stato sul welfare studentesco con gli aumenti delle tasse regionali che saranno in vigore dal prossimo anno e andranno a finanziare il diritto allo studio.

“Rifiutiamo questi tagli mascherati – dichiara Federico Del Giudice, portavoce della Rete della Conoscenza – pensiamo che per uscire dalla crisi sia necessario per il paese investire nella conoscenza e non cercare in ogni modo di tagliare gli investimenti sui saperi. Crediamo che il ministro debba chiarire immediatamente le sue scelte in materia di finanziamento a scuola e università e ribadiamo che contro qualsiasi taglio alla spesa pubblica e al sistema della formazione saremo sempre in piazza”.

Rete della Conoscenza