Preparazione universitaria e mercato del lavoro: un gap da colmare con la formazione

La scelta di un percorso di studi universitari dovrebbe tenere conto sia delle attitudini personali, che dei potenziali sbocchi lavorativi a cui tale percorso può condurre. Le nuove tendenze nel mondo delle università cercano di seguire quella che è la rivoluzione del mercato del lavoro a cui stiamo assistendo negli ultimi anni. Nonostante gli sforzi però, il gap creatosi tra quelle che sono le competenze richieste dalle aziende, e la formazione offerta appunto dalle università, è andato amplificandosi sempre più. Cosa possono fare gli studenti per colmare questo divario, in attesa che gli atenei facciano la loro parte? 

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Università e imprese: quale scenario?

Come anticipato, la distanza che negli ultimi anni si è creata tra la formazione universitaria e le reali competenze che il mondo del lavoro richiede, è aumentata a dismisura. Tale divario tra le parti è sicuramente più avvertibile nei settori digital, che oltretutto sono quelli che stanno alimentando una grande fetta del comparto occupazionale.

Stiamo assistendo di fatto ad una situazione ai limiti del paradosso. Da una parte i neo-laureati, che molto spesso rimangono a lungo senza occupazione. Dall’altra troviamo le imprese, che non riescono a reperire figure altamente specializzate, proprio nel momento in cui si parla tanto di digitalizzazione e di industria 4.0. Lo scenario è piuttosto chiaro: la carenza formativa degli allievi ha dato vita ad un rapporto laureati/occupati davvero preoccupante, senza considerare quelli che trovano lavoro, ma in condizioni precarie o comunque sottopagate. In altre parole, occorrono competenze e non un “semplice” titolo di studio.

Università: quali tendenze?

Gli atenei, negli ultimi tempi, stanno cercando di correre ai ripari per consentire ai loro studenti di essere realmente pronti per il mondo del lavoro. Per comprendere meglio gli sforzi messi in atto, basti pensare come siano in netto aumento i corsi di laurea validi anche all’estero, ovvero a doppio riconoscimento. Molte università infatti, si sono gemellate con altre inglesi, francesi e spagnole, ottenendo un doppio risultato: attrarre studenti stranieri e in secondo luogo, rilasciare a quelli italiani un titolo che sia valido anche all’estero.

A questo punto nasce spontanea una domanda. Quanto messo in campo dagli atenei, che oggettivamente può essere considerato come un passo in avanti per colmare il divario sopra citato, è sufficiente a preparare gli studenti alla Babele del mercato del lavoro?

Il valore dei corsi post-laurea e della formazione

Quella della formazione universitaria, ovvero la laurea, non dovrebbe essere considerata come un traguardo, bensì come il primo passo di un percorso senza un reale termine. L’unico modo per rimanere al passo quindi, è quello di proseguire gli studi attraverso dei corsi post-laurea, che siano in grado di fornire quelle competenze a cui si accennava prima. L’obiettivo di un master infatti, è quello di trasmettere agli allievi capacità e conoscenze realmente in linea con le richieste. Volendo semplificare il concetto, potremmo dire che tali corsi aiutano la domanda ad incontrare l’offerta. 

Una delle condizioni tipiche a cui vanno incontro i giovani freschi di laurea, è quella di sentirsi spaesati, perché da un giorno all’altro la quotidianità cambia radicalmente. D’altronde fino a poco tempo prima, l’obiettivo era quello di superare brillantemente gli esami, e subito dopo invece diventa quello di trovare un’occupazione soddisfacente. Per un neo-laureato, quindi, scegliere un percorso formativo di tale rilevanza, significa fare una scelta di vita, probabilmente una delle più importanti in grado di ipotecare il futuro professionale, e non solo. Spesso tra l’altro, si compie il gravissimo errore di ritenere la formazione, quindi i corsi post-laurea, come un costo, quando in realtà si tratta solamente di un investimento, dimenticandone inoltre l’alto potenziale rendimento.
Quanto spiegato in merito ai percorsi post-laurea non deve fare intendere che esista una certezza matematica di trovare lavoro al termine degli studi. Una formazione di alto livello però, può incidere positivamente sulle probabilità di risultare interessante per il mercato, ovvero di trovare un’occupazione in linea con le proprie attitudini, ma soprattutto con quanto appreso e studiato.