L’Italia sta diventando un paese composto prevalentemente da anziani. Si stima, infatti, che entro il 2030 più di un quarto della popolazione potrebbe avere più di 65 anni. Se consideriamo, poi, che il numero degli ottuagenari è incrementato del 150% negli ultimi 20 anni, possiamo anche comprendere perché, in un tale sistema, il supporto dei servizi medici vedrà, con sempre maggiore evidenza, un mutamento per incontrare le esigenze di questa fetta crescente della popolazione.
La prevenzione e l’assistenza diretta sul territorio, quindi decentralizzata rispetto a quella ospedalocentrica, diventeranno i cardini del nuovo modello sanitario del nostro paese.
Tralasciando il problema, peraltro importante, del calo delle nascite, risulta evidente che la sanità dovrà far fronte al maggior peso economico di soggetti che sono longevi (la speranza di vita media è di 77 anni per gli uomini e 83 anni per le donne), ma spesso afflitti da almeno una malattia cronica, quando non limitati (circa il 18%) da una disabilità che moltiplica i problemi legati alla gestione della vita quotidiana.
Quindi, i principi cardine saranno prevenzione da una parte per mantenere il soggetto sano il più a lungo possibile; assistenza dall’altra per sostenere dove è necessario.
In tutto questo, si rileva una lacuna del sistema nella carenza di personale in ambito sanitario.
Già, perché anche i medici vanno in pensione! I cosiddetti “medici di famiglia”, per esempio, saranno sempre più una rarità nelle regioni del nord. Dai dati della Federazione italiana medici di medicina generale e dell’Ente nazionale di previdenza dei medici si vede che tra il 2013 e il 2020, circa 1000 medici si ritireranno dalla professione. Questa situazione si rivela particolarmente allarmante in tutto il nord Italia non foss’altro che per la maggior densità di popolazione rispetto al sud. E quindi? Servono medici con urgenza! Ma da uno studio condotto recentemente, la professione di Medico si classifica al 9° posto (su 10) tra le più “desiderate”.
Ciò potrebbe dipendere da alcuni fattori, tra cui spiccano:
- la scarsità di posti presenti presso le facoltà di Medicina, soprattutto al nord.
- Il lungo percorso preparatorio che la professione richiede.
- La preferenza dei neodottori italiani (meglio preparati dei colleghi europei) per i paesi stranieri che pagano più degnamente i medici.
Se, in ogni caso, si è fortemente interessati alla pratica di questa bellissima professione, sarà, innanzitutto necessario superare i test di medicina per accedere alla facoltà.
Come fare? E’ necessario affidarsi a chi conosce approfonditamente l’argomento e sperimentarsi nelle prove, in modo da impratichirsi nella gestione delle domande ed approfondire eventuali argomenti che, sistematicamente, ricorrono nei test.
Le 60 domande sono superabili con un’adeguata preparazione. Intanto, sarà necessario prendere visione del Decreto Ministeriale che informerà gli aspiranti medici di come sarà il test, del tempo a disposizione, il calcolo del punteggio e la composizione delle graduatorie.
Segnaliamo a tal proposito un pratico e-book di Alphatest, per aiutare gli studenti che si troveranno ad affrontare il Test di Ammissione alle Facoltà di Medicina e Odontoiatria.
Ecco qui il link per scaricarlo gratuitamente.
Successivamente, è necessario vedere il Bando di concorso dell’Università prescelta che aggiunge ulteriori dettagli (per es. giorno, ora e luogo della convocazione, documenti utili) al D.M. di cui sopra.
Da qui, prendere visione dei propri punti di miglioramento, permette di stendere un piano per cercare di colmare almeno alcune delle conoscenze necessarie che permetteranno il superamento del test. Si può cominciare, per esempio, con una manuale di teoria ed un libro che contiene numerosi quesiti commentati. Si prosegue, poi, con molto esercizio, la gestione dello stress e del tempo che permetteranno di uscire vincenti dalle prove di ingresso.