Le autorità locali prendono il comando della lotta contro la ludopatia dei giovanissimi fissando distanza minima di sale slot e videogiochi da scuole.
Scuole, giovanissimi e video slot: teniamo le distanze!
Il problema della ludopatia preoccupa molto le autorità italiane, soprattutto per quanto riguarda le persone più a rischio: non solo i giovani ma addirittura i giovanissimi. Infatti il fenomeno del gioco dei minorenni dilaga e il legislatore non sempre sa o riesce a creare la protezione ottimale per la popolazione più a rischio.
Slot machine e video slot negli esercizi pubblici – il vero pericolo
Nelle strutture come i casinò terrestri italiani viene richiesto di mostrare un documento d’identità e nei casino online al momento dell’iscrizione bisogna mandare la scansione di documenti che attestino la maggiore età.
A differenza dei casinò reali e virtuali, una macchinetta elettronica in un bar o in una sala di video giochi non è controllata, cosa estremamente più preoccupante quando questi esercizi si trovano in prossimità di scuole o posti frequentati da giovanissimi.
Il proprietario dell’esercizio non è tenuto a controllare la maggiore età del giocatore, e a meno che non sia con grande evidenza d’aspetto un ragazzo al di sotto dei 18 anni, ognuno può giocare indisturbato alle slot machine e ai video poker onnipresenti sul territorio nazionale.
Le misure prese in passato – distanza da scuole, chiese e ospedali
Una delle misure inizialmente prese era stata di definire una distanza minima fra una sala slot/video giochi e “luoghi sensibili” frequentati da giovani come scuole, chiese, centri ricreativi e zone residenziali.
Questa misura minima che fissava la distanza inizialmente a 500 metri, “scontata” in seguito a soli 200 metri, viene eliminata nel decreto Balduzzi del settembre 2012. Il compito di proteggere i giovani viene passato alle autorità locali.
I comuni si danno da fare per proteggere i giovani
In mancanza di una normativa a livello nazionale, il testimone della staffetta è passato ai comuni e alle autorità locali. I provvedimenti sono quasi sempre dello stesso genere: limitare la distanza fra esercizi come sale di video giochi e slot machine da istituzioni comunali e pubbliche.
Un’altro modo per combattere dipendenza dal gioco, soprattutto fra minorenni, è la sensibilizzazione di questi ultimi riguardo i rischi del gioco tramite campagne di sensibilizzazione e spiegazione del fenomeno della ludopatia e delle sue gravi conseguenze.
Che sia la Lombardia, il Trentino, la Liguria, il Molise o altre regioni, la lotta è continua. Chi sembra prendere le misure più serie è la Toscana con l’iniziativa del PD che chiede un marchio d’identificazione per sale giochi e bar “no slot” oltre all’uso di carte magnetiche per identificare l’età dei giocatori e impedire così il gioco dei minorenni.
La lotta è continua anche fra le società di produzione delle macchinette mangiasoldi e le autorità locali. Non sempre il successo è assicurato. Lo testimonia il Tar del Trentino che accoglie il ricorso delle società Euromatic e Confcommercio perchè non erano state esposte mappe dettagliate dei luoghi sensibili. Il problema in questo caso è che le susseguenti normative comunali non possono essere applicate ad apparecchi già installati.
I gestori con coscienza
Poi ci sono anche (pochi, però) gestori con coscienza. Come un barista di Magenta che appena ha potuto ha eliminato le slot dal suo bar, affermando che i clienti stessi hanno apprezzato la mossa. Ha preferito rinunciare ad entrate di 300-600 euro mensili dalle macchinette per poter dormire con la coscienza a posto.
Forse c’è ancora speranza…