Proseguono le proteste degli studenti e delle studentesse contro il nuovo Decreto ministeriale sul diritto allo studio che domani verrà discusso nel corso della Conferenza Stato-Regioni.
Si moltiplicano in queste ore le assemblee nelle residenze e nelle mense universitarie per contestare questo nuovo provvedimento che modifica i criteri di reddito e di merito per poter accedere al sistema del diritto allo studio, riducendo di fatto la platea degli aventi diritto.
“Se questo decreto fosse approvato migliaia di studenti rischieranno di non percepire più una borsa di studio –dichiara Luca Spadon portavoce nazionale di LINK Coordinamento universitario – Vediamo profilarsi, come già evidenziato dai recenti dati del CUN che mostrano la fuga di 58.000 studenti dall’università negli ultimi 10 anni, un abbandono di massa da parte di tanti giovani degli atenei del nostro paese”
In Puglia gli studenti, dopo aver lanciato un appello al presidente della Regione Vendola e all’assessore Alba Sasso affinché si esprimano in contrasto all’approvazione del decreto, hanno rilanciato la mobilitazione nelle facoltà e nelle residenze studentesche con un Appello allo stato di agitazione permanente e una fotopetizione per stimolare la partecipazione degli studenti e delle studentesse.
Nella giornata di oggi è prevista a Bari un’Assemblea generale presso la Mensa Cum via e a Lecce un’assemblea di Ateneo alle 15. Azioni di protesta sono in programma anche nelle sedi universitarie di Foggia e Taranto.
“Questo provvedimento” – dichiara Antonio Caputo, rappresentante degli studenti all’A.di.s.u. di Lecce – “comporterà l’esodo forzato dal sud al nord di tutti gli studenti con un ISEE inferiore ai 20.000 e di conseguenza l’ulteriore svuotamento delle università del sud.”
In Toscana gli studenti dopo aver inviato un appello al Presidente Rossi e all’Assessore Targetti in merito al Decreto sul Diritto allo Studio affinché esprimano parere contrario al decreto, hanno indetto una mobilitazione. A Pisa sono previste per oggi assemblee presso le residenze Don Bosco e Praticelli. A Siena gli studenti sono riusciti a far approvare una mozione in Senato Accademico contraria al decreto e hanno lanciato per oggi delle assemblee nelle facoltà. Iniziative di protesta sono previste anche a Firenze.
“C’è in gioco la quantità di borse di studio che il Pubblico intende erogare agli studenti” – dichiara Antonella Siani, rappresentante degli studenti per l’azienda del diritto allo studio – “e la Toscana, in quanto regione tra le più virtuose in materia di diritto allo studio universitario, deve spingere affinché non si verifichi una contrazione degli studenti idonei su tutto il territorio nazionale.”
In Veneto gli studenti e le studentesse hanno inviato un appello al Presidente della Regione Veneto Luca Zaia e all’Assessore alle Politiche dell’Istruzione e della Formazione Elena Donazzan e contestato il Presidente del Consiglio Mario Monti, presente ieri nella città di Padova.
Al Politecnico di Torino, gli studenti del Collettivo Alterpolis presenteranno una mozione per chiedere all’ateneo di assumere una posizione di contrarietà al provvedimento attualmente in discussione.
A Roma i rappresentanti di Link scrivono all’assessore Zezza ricordando come, proprio durante quest’autunno,tanti studenti abbiano occupato per oltre un mese lo Studentato di Via De Lollis contro i tagli al diritto allo studio nel Lazio, una regione che conta 6.454 studenti “idonei non vincitori” di borsa di studio, nonostante gli scandali che hanno investito la Giunta Polverini.
A Roma saranno effettuate delle azioni dimostrative durante la seduta della Conferenza Stato-Regioni prevista per domani alle ore 15:30.
“Questo decreto non deve passare” – dichiara Luca Spadon, Portavoce nazionale di Link Coordinamento Universitario – “e per questo moltiplicheremo le iniziative di pressione in tutte le città nelle prossime 48 ore, fino a domani, giorno della discussione della Conferenza Stato-Regioni del 7 febbraio per impedire che questo decreto venga approvato”.
“Appreziamo le dichiarazioni di posizione di numerosi esponenti politici e di alcuni presidenti di regione –prosegue Luca Spadon – ci auguriamo che queste non restino voci isolate ma che anche altre regioni che al momento sono silenti si esprimano, così come i candidati alla presidenza delle stesse. Speriamo inoltre che a queste prese di posizioni faccia seguito una reale inversione di tendenza in materia di diritto allo studio e un’opposizione forte al decreto domani durante la Conferenza Stato-Regioni”.
Per le mobilitazioni saranno utilizzati su Twitter seguenti hashtag: #nodecreto #borseggiatori #dirittoallostudio.
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