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Segnaliamo un interessante intervento della Flc Cgil sui contributi previdenziali degli assegnisti.
In questi giorni l’associazione GAP 11 degli assegnisti di ricerca di Pavia ha acceso nuovamente la luce su una vicenda gravissima: molti assegnisti di ricerca, nell’estratto conto INPS, si ritrovano privi di buona parte dei contributi previdenziali versati. Non si tratta di un caso isolato, ma di una condizione che accomuna molte lavoratrici e lavoratori precari iscritti alla Gestione separata dell’INPS.
E’ inaccettabile che ai lavoratori e alle lavoratrici precarie non siano garantiti neanche i pochissimi diritti formalmente riconosciuti.
La condizione contributiva degli assegnisti di ricerca – su cui, è bene ricordarlo, si basa gran parte del lavoro di ricerca e (impropriamente) di docenza delle università italiane – è già gravemente mortificata dalla loro condizione contrattuale. In quanto precari (tecnicamente assimilati ai co.co.co), infatti, tali soggetti si vedono riconosciuti versamenti contributivi inferiori a quelli dei lavoratori subordinati, il ché comporta: minori accantonamenti pensionistici, una tutela della maternità e della malattia spesso ridotte all’osso;, nessun sostegno al reddito quando il contratto scade.
Continua a leggere l’intero articolo sul sito di Flc Cgil.