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Inoltriamo il comunicato di Queer Lab, realtà promotrice della fiaccolata contro l’omotransfobia, in ricordo di Andrea, studente di 15 anni, morto ieri tragicamente.
L’immagine più bella di ieri é stata a tarda sera, quando la comunità glbtqi e le compagne ed i compagni di scuola e di classe di Andrea si sono seduti a terra, in cerchio, a parlare, a confrontarsi, a capire. Ad abbracciarsi. Questo, per QueerLab, è stato il momento piú significativo.
Tutto è partito dalla fiaccolata a via san Giovanni in Laterano, nata spontaneamente dalla comunità LGBTQI in rete e raccolta da alcune associazioni romane, tra cui QueerLab. Una comunità ferita che, al di là delle notizie contrastanti sulla tragica vicenda di Andrea, ha sentito il bisogno di riunirsi e di esprimere, nelle forme che ciascuna e ciascuno ha scelto, il proprio dolore e la propria rabbia. Perché un quindicenne che si suicida, gay o percepito come tale, forse confuso rispetto alla sua identità di genere o forse solo “originale”, esprime un disagio e noi tutte e tutti siamo stati adolescenti e quel disagio lo conosciamo.
Le prime persone che parlano, le fiaccole intorno alla scritta “No omotransfobia. Ciao Andrea”. E un desidero che attraversa tutte e tutti: andare davanti alla scuola per compiere davvero un gesto simbolico: “una comunità ferita, come quella GLBTQI, abbraccia un altra comunità ferita, la scuola di Andrea”. Nonostante la questura non volesse permettere questo gesto, la fiaccolata è partita, carica di rabbia per una morte a cui non avremmo voluto assistere.
Via dei fori imperiali, via Cavour, e su, su, fino alla scuola. Lasciate le fiaccole davanti all’ingresso ci riavviamo e ci giunge la notizia più sperata: i ragazzi stanno uscendo. Abbiamo cercato di capire e loro si sono messi a disposizione, attraverso degli incontri da organizzare a scuola durante l’occupazione, per capire cosa significa scoprirsi LGBTQI e cos’è l’omotransofobia.
Queerlab
Filippo Riniolo