COMUNICATO DEL CPS NAPOLI: SOLIDARIETA’ AGLI STUDENTI DEL “LABRIOLA” DI BAGNOLI

Il Coordinamento dei docenti precari della Scuola di Napoli, da anni in piazza al fianco degli studenti per denunciare le politiche scolastiche afflittive e depauperanti degli ultimi governi, cui è sottesa la chiara volontà di azzerare e neutralizzare l’ultima fucina del dissenso argomentato e ragionato e l’ultimo baluardo dell’emancipazione sociale e intellettuale, esprime tutta la sua solidarietà e la sua affettuosa vicinanza agli studenti dell’istituto “A. Labriola” di Bagnoli, destinatari di un inusitato provvedimento adottato dal loro dirigente, che ha sospeso ben 680 degli 800 alunni della scuola, rei di aver manifestato in modo civile (uscendo in massa, cioè, nel cortile della scuola) la propria esasperazione per la mancata risoluzione di un annoso problema, quello della mancanza di un intervallo di durata sufficiente a ripristinare i livelli di attenzione richiesti da 6 ore di lezione frontale.

I ragazzi, che più volte avevano richiamato l’attenzione su tale legittima esigenza, sollecitando un confronto, hanno alla fine concordato un’azione dimostrativa che non ha arrecato danno alcuno a persone o a strutture, per rivendicare un diritto sempre e finora negato o ignorato. I docenti precari considerano antieducativo, paradossale e preoccupante il gesto del dirigente: antieducativo in quanto la repressione brutale e generalizzata acuisce il senso di frustrazione accrescendo la tensione, sicché costituisce la strategia d’azione e di comunicazione più incongrua e controproducente, in casi come questo; paradossale perché volta a premiare individualismo e conformismo invece che solidarietà tra studenti e franca dialettica, il che contraddice in modo plateale la finalità primaria e naturale del microcosmo “scuola”; preoccupante, infine, perché rivela l’interiorizzazione, da parte dei dirigenti, di quel modello privatistico di gestione della scuola che è profilato dalla Legge Aprea, la quale sdogana la figura del preside-manager con pieni poteri di controllo e censura su docenti e studenti, laddove i dirigenti per primi avrebbero dovuto respingere un progetto di legge e una mentalità che offende innanzitutto i capi d’istituto, degradandoli da intellettuali e garanti della funzionalità di quella scuola che Calamandrei definiva un “organo costituzionale”, a secondini e a bottegai.

Il Coordinamento dei docenti precari auspica il ritiro del grottesco provvedimento, che appare dettato da puerile puntiglio e che mal si attaglia al grado di maturità politica e culturale che gli studenti mostrano di aver raggiunto, e l’inizio di una stagione di dialogo e di collaborazione tra le componenti della scuola, allo scopo di respingere gli attacchi veri e pericolosi che giungono dai palazzi romani, determinati a demolire strutturalmente e ideologicamente la Scuola Pubblica e Statale, duro e fiero ostacolo al dilagare del neoliberismo, del qualunquismo e del leaderismo semplificante e mortificante.