Noi precari non abilitati

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Pubblichiamo con piacere un intervento di di Lorena Fiorito.

E’ difficile per me trovare le parole e ritrovarmi a scrivere questa
lettera per l’ennesima volta dopo anni ed anni di sacrifici vedendo la
meta sempre più lontana…La mia storia di fatiche e
precariato…inizia nel lontano 2000 quando fresca di laurea, con un
sogno nel cassetto come direbbe la cantante mia concittadina Gerardina
Trovato…lascio Catania per Bergamo e inizio un’avventura che già da
ragazzina con l’esperienza del volontariato nei quartieri più
disagiati della città..mi aveva dato grandissime
soddisfazioni…”l’insegnamento”!!

Eh sì l’insegnamento, questa parola
ricca di significato che spesso oggi viene
ridicolizzata… l’insegnamento passione e missione per molti di noi
alla quale però siamo costretti a rinunciare perchè non
abilitati… Per chi non lo sapesse l’abilitazione è un vizio di forma
tutto italiano(negli altri paesi con 3 anni di servizio sei abilitato
alla professione…ma questa è un’altra storia)…nel corso degli anni
per accedere al ruolo era necessaria l’abilitazione…che si otteneva
mediante concorsi ordinari (l’ultimo nel 99 al quale ho partecipato
senza molta fortuna) e successivamente mediante scuole di
specializzazione le famigerate SISS soppresse nel 2007.Accanto a
questi percorsi periodicamente dall’85 in poi…sono stati istituiti
grazie ad un decreto il DM/85 corsi speciali abilitanti per coloro che
possedevano almeno 360giorni di servizio accumulati in un lasso di
tempo già stabilito…

Quando arrivai nella bergamasca il mio percorso
si mostrò subito in salita…avevo spedito domande di “messa a
disposizione” a 200 scuole a caso e le prime chiamate arrivarono dopo
poco tempo ma a km e km di distanza rispetto al mio
domicilio… l’entusiasmo e la voglia di mettermi in gioco furono però
talmente forti da accettare ogni supplenza, anche quella di un solo
giorno anche in posti sperduti in cima alle montagne dove neanche i
colleghi di ruolo si sarebbero sognati di andare… il sorriso dei miei
alunni è sempre stata la mia gioia e soddisfazione più grande
ripagandomi di ogni sacrificio! Così passo dopo passo…mattone dopo
mattone arrivò il 2004 anno in cui grazie alla mia forza di volontà
avevo messo da parte un bel po’ di punti e riuscii ad inserirmi nelle
graduatorie d’istitito di III fascia (graduatorie riservate ai non
abilitati ossia insegnanti in possesso del solo titolo di studio
adatto all’insegnamento) riuscendo ad ottenere i primi incarichi
annuali. Sì avete capito bene incarichi da settembre al 30
giugno…nonostante non fossi abilitata e come me anche tantissima
altra gente…

Nel 2005 poi dopo aver provato senza successo nonostante
uno studio proficuo ed impegnativo l’accesso alle SISS a Milano… fu
bandito l’ennesimo corso abilitante grazie al DM/85 che prevedeva i
360giorni di servizio spalmati in un arco di tempo che andava dal
settembre 1999 al giugno del 2004…anche in questo caso la fortuna
non mi aveva accompagnato ed io come altri colleghi per pochi giorni
di servizio non potemmo partecipare…oltre al danno la beffa visto
che poco tempo dopo scoprimmo che parecchia gente senza tale requisito
avendo partecipato ugualmente al percorso… grazie ad una sanatoria
del 2006 adesso è abilitata!! Nonostante tutto io decisi di non
mollare… l’insegnamento è la mia vita e tutt’ora grazie al punteggio
accumuto e al fatto di essere una delle prime in graduatoria nella
Bergamasca lavoro su incarico annuale, promuovo alunni, verbalizzo
prove di verifica, compilo i registri, svolgo lo stesso lavoro dei
colleghi abilitati eppure non ho il diritto di avere lo stesso
trattamento!

Trovo vergognoso che anni ed anni di esperienza e di
lavoro non valgano niente; è assurdo che tanti sacrifici miei e di
migliai di colleghi nella mia stessa condizione( siamo 44 mila i
docenti non abilitati con almeno 360g di servizio stima del MIUR )
vadano buttati al vento…La riforma Gelmini nel 2010 grazie ad un
decreto il DM 249/10 ha stabilito che per ottenere l’abilitazione
bisognerà effettuare un percorso denominato TFA ( tirocinio formativo
attivo) di durata annuale, da svolgersi nelle università, con un costo
stratoferisco (dai 3mila euro in su totalmente a carico dei corsisti),
incompatibile con il servizio(non potremo lavorare durante la
frequenza)…ma la cosa più aberrante per poter accedere ai suddetti
percorsi ognuno di noi dovrà prima superare tre prove di
sbarramento(un test preliminare… una prova scritta ed una orale).Mi
chiedo e l’esperienza maturata negli anni??? Possiamo mai essere
considerati alla stregua dei neolaureati o di chi è privo di
esperienza??? Inoltre qualora si dovesse riuscire a passare la
selezione saremmo sottoposti all’esame di b2 per le competenze
dell’inglese…ed a un ulteriore esame per le conoscenza
informatiche…questi ultimi tasselli importanti nella società in cui
viviamo ma non solo per la nostra categoria, ma per tutti i docenti e
lavoratori…è normale che al solito ci siano “figli e figliastri”??Ed
ancora… è logico che dopo tutta questa bagarre si venga rilegati in
seconda fascia d’istituto che non migliora se non di poco le nostre
condizioni lavorative e i colleghi che ci hanno preceduto sono di
ruolo?? Noi non pretendiamo niente ma abbiamo una dignità ed abbiamo
gli stessi diritti di formazione dei colleghi che ci hanno preceduto e
soprattutto lo stesso diritto di lavorare…uno stato “sordo”… deve
porre rimedio a questo scempio!!

Lorena Fiorito