Settimana Nazionale “Porta la Sporta” e… rifiuta l’usa e getta!

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Il comitato promotore costituito dall’Associazione dei Comuni Virtuosi, dal WWF, da Italia Nostra, dal Touring Club Italiano e da Adiconsum, con il Patrocinio del Ministero dell’Ambiente, lancia la terza edizione della settimana nazionale Porta la Sporta.
Scopo dell’iniziativa è diffondere la consapevolezza su quali siano le conseguenze dei nostri stili di vita e di consumo sullo stato attuale del pianeta e di fornire alternative più sostenibili facilmente adottabili.
In ogni nostro gesto quotidiano possiamo fare molto per diminuire la pressione sulle risorse naturali, senza provare fastidio o fatica, anzi, traendone persino soddisfazione!.

L’ evento Porta la Sporta si propone di coinvolgere durante la settimana quanti più soggetti possibili a partecipare con iniziative che abbiano come obiettivo la prevenzione e la riduzione degli imballaggi e di altri articoli usa e getta che fanno crescere la nostra pattumiera aggravando il consumo di risorse. A scelta, i partecipanti alla settimana potranno promuovere nella loro comunità azioni come l’adozione della sporta così come di altre soluzioni che eliminino o sostituiscano il monouso con soluzioni riutilizzabili o prodotti adatti all’uso multiplo. Vengono qui in aiuto le specifiche iniziative all’interno della campagna come Meno plastica per tutti, Mettila in rete e Sfida all’ultima sporta per scuole e negozi.

L’invito a partecipare è rivolto a ogni tipologia di azienda e impresa, al settore del retail (alimentare e non), associazioni e organizzazioni no profit, istituti scolastici di ogni grado, enti e istituzioni nazionali e locali e, ovviamente, cittadini tutti.

Ulteriori dettagli sull’iniziativa e sulle modalità di adesione sono contenuti nei documenti allegati e disponibili sull’homepage del sito di porta la sporta www.portalasporta.it/index.htm

Consumiamo troppo e da troppo tempo preleviamo in maniera eccessiva e incontrollata ogni genere di risorse restituendo scarti solidi, liquidi e gassosi in quantità tali da non poter più essere metabolizzate dai sistemi naturali. Anche quando utilizziamo risorse rinnovabili, come le foreste, i prodotti agricoli o i pesci degli oceani dobbiamo renderci conto che tali risorse sono rinnovabili solo a patto che le preleviamo in una percentuale che sia rispettosa dei loro tempi di rigenerazione.


Sarà impossibile uscire dall’attuale crisi economica ed ambientale se non riusciremo a vivere nei limiti ecologici dell’unico pianeta che abbiamo a disposizione. Ma possiamo trasformare questa crisi in un’incredibile opportunità di miglioramento se saremo capaci di uscire dagli schemi attuali rispondendo con grande capacità di adattamento, con nuovi progetti economici e sociali, con nuovi comportamenti consapevoli capaci di dare una possibilità di futuro sulla terra anche alle prossime generazioni.

Parlando di sostenibilità in questo 2012 è impossibile non menzionare un importantissimo appuntamento internazionale: Rio+20, una nuova grande Conferenza delle Nazioni Unite che torna a Rio de Janeiro venti anni dopo la Conferenza delle Nazioni Unite sull?ambiente e lo sviluppo nel giugno del 1992 e nota come Earth Summit.
Tra gli obiettivi: assicurare un impegno politico per uno sviluppo sostenibile, che comporti l’attuazione degli impegni già presi, finora non ottemperati, e che affronti le nuove emergenze di un pianeta che nel 2011 ha raggiunto i 7 miliardi di abitanti. E che secondo le Nazioni Unite potrebbe contarne più di 9 miliardi nel 2050. E’ forte la speranza che la Conferenza di Rio possa costituire un vero punto di svolta per investire nel cambiamento da parte di tutta la comunità scientifica internazionale.
Ma la lentezza delle risposte dei governi rispetto alla velocità dei cambiamenti climatici e del degrado ambientale ci deve spingere a metterci in gioco tutti, individualmente, come decisori politici, aziendali, cittadini. Dobbiamo tenere conto che i cambiamenti dall?alto avvengono, per lo più, quando ci sono governi rappresentativi di società mature dove la grande consapevolezza dei cittadini preme la politica ad agire. Quindi l?obiettivo è perseguibile agendo insieme: un’accresciuta consapevolezza dei singoli che adottano comportamenti più sostenibili spingerà automaticamente anche la politica di alto livello a fare le scelte giuste nei consessi internazionali.

La campagna in sintesi
La Campagna Porta la Sporta è l’unica realtà che dal marzo 2009 ha lavorato intensamente a livello nazionale e in modo mirato per preparare l’opinione pubblica al divieto dei sacchetti di plastica di cui si parlava dal 2007. Attraverso un’attività di comunicazione capillare ha promosso presso enti locali, associazioni di varia natura e aziende, tra cui la grande distribuzione, un pacchetto mirato alla riduzione del sacchetto monouso. Con il supporto del suo sito ha fatto informazione sul danno ambientale derivato dalla plastica ma anche sulla necessità di andare oltre ad un consumo ?usa e getta? per evitare che, invece di ridurre drasticamente il consumo di plastica, si possa passare, a parità di consumo, a produrre altro ?usa e getta? da risorse di origine vegetale. La biodegradabilità dei materiali non annulla l’impatto ambientale complessivo dell’imballaggio e non può costituire un alibi per continuare a fare spreco di risorse invece di considerare altre modalità di erogazione e distribuzione dei prodotti. Dal sistema del vuoto a rendere a metodi di erogazione alla spina o all’ideazione e messa in commercio di una nuova generazione di prodotti concentrati dove l’acqua la mette il consumatore a casa.
L’obiettivo primario della campagna è quello di promuovere un cambiamento verso stili di vita e di consumo meno impattanti ripensando i gesti quotidiani. Si è scelto di partire dal sacchetto di plastica in quanto emblema del nostro consumismo per provocare un ripensamento sull’uso improprio della plastica nell’usa e getta e sull’assurdità di sprecare energia e risorse preziose per soddisfare comodità momentanee e compromettere il futuro delle generazioni a venire. Allo stesso tempo la campagna, in sinergia con le associazioni partner, propone ai protagonisti della filiera alimentare dai produttori ai distributori di velocizzare un processo di cambiamento che metta i consumatori in condizione di acquistare prodotti a basso impatto di imballaggio o prodotti sfusi a livello capillare. Con questa richiesta che verrà sempre più esplicitata sollecitando la ri-progettazione del packaging di prodotti di uso comune che possono essere facilmente migliorati, la campagna si fa portavoce delle innumerevoli sollecitazioni ricevute da cittadini, movimenti spontanei e amministrazioni comunali che intendono andare verso una gestione ?rifiuti zero? o meglio di ?riciclo totale?. La campagna mette a disposizione e offre consulenza gratuita su quanto presente in una specifica pagina del sito ENTRA IN AZIONE (1) che contiene suggerimenti su come attivarsi per ridurre il peso dei rifiuti come cittadino consumatore, come operatore del piccolo commercio, come insegna della Distribuzione organizzata e come Amministrazione Comunale o Associazione locale. Per questi ultimi soggetti citati -ma non solo- è stato creato un vademecum di azioni di prevenzione per i rifiuti mirato agli imballaggi e altri articoli usa e getta realizzabile a livello locale.

Per maggiori info:
www.portalasporta.it/azione_materiali.htm

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