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Chi lavora nella scuola conosce le misure per innalzarne la qualità: massimo 20 alunni per classe, ripristino delle compresenze (si sta toccando con mano il disastro provocato dalla loro soppressione), ritorno ad un effettivo tempo pieno, un serio piano di aggiornamento per i docenti, eliminazione del precariato, implementazione dei laboratori, ecc. Queste sarebbero le misure concrete se vogliamo discutere seriamente di qualità della scuola. Dalla Commissione Europea e dalla Banca Centrale Europea sono arrivati invece ben altri messaggi e ben diverse proposte. Ricostruiamo il “dialogo” tra queste istituzioni e il governo italiano riguardo alla la nostra scuola.
Il 5 agosto 2011 un documento firmato dalla BCE (dall’allora presidente Jean Claude Trichet e dall’attuale, Mario Draghi) impone i temi di distruzione sociale giunti ora al governo Monti, citando una volta sola la scuola, insieme a sanità e giustizia: «Negli organismi pubblici dovrebbe diventare sistematico l’uso di indicatori di performance, soprattutto nei sistemi sanitario, giudiziario e dell’istruzione».
Berlusconi risponde con una lettera del 26 ottobre 2011 in cui precisa:«L’accountability delle singole scuole verrà accresciuta, sulla base delle prove INVALSI, definendo per l’anno scolastico 2012-13 un programma di ristrutturazione per quelle con risultati insoddisfacenti; si valorizzerà il ruolo dei docenti, elevandone, nell’arco d’un quinquennio, impegno didattico e livello stipendiale relativo; si introdurrà un nuovo sistema di selezione e reclutamento».
Due elementi colpiscono: Berlusconi afferma che i quiz saranno alla base della “ristrutturazione” delle scuole che andranno male (che faranno? In USA c’è anche il licenziamento) e promette di lavorare sulla differenziazione delle carriere, “elevando l’impegno didattico” (i colleghi spagnoli stanno lottando perché da loro è stato elevato il numero di ore settimanale).
La UE interviene ancora il 4 novembre 2011 con 39 domande con le quali chiede dettagli sui provvedimenti annunciati; le domande 13 e 14 riguardano la scuola:
13. Quali caratteristiche avrà il programma di ristrutturazione delle singole scuole che hanno ottenuto risultati insoddisfacenti ai test INVALSI?
14.Come intende il governo valorizzare il ruolo degli insegnanti nelle singole scuole? Quale tipo di incentivo il governo intende varare?
Risponde Giulio Tremonti con un documento che affronta i temi delle 39 domande; ecco cosa dice sulla scuola: «INVALSI misura il “valore aggiunto” in termini di risultati dell’insegnamento prodotti da ciascuna scuola, tenendo conto del contesto socio economico. […]La valutazione delle scuole sarà condotta da un Corpo di Ispettori […] che analizzerà anche l’ambiente di lavoro, la qualità dei procedimenti (procedure) e dei parametri, utilizzando informazioni relative non solo all’insegnamento […]. La valutazione delle scuole porta alla definizione di una classifica usata per dare alle scuole migliori incentivi e ricompense in termini di finanziamenti… INDIRE interviene nel contesto delle scuole più critiche attraverso una varietà di azioni come formazione del personale e consulenza su miglioramento organizzativo, educativo, comunicazione e ricerca educativa. Gli Ispettori valuteranno i risultati e proporranno le misure più appropriate che potranno includere […] una ristrutturazione dell’Istituzione compresa la ridefinizione della dimensione delle singole scuole […] Per valutare le carriere dei migliori docenti è stato testato un sistema innovativo che disponga nuovi criteri di ricompensa. Un mese extra di stipendio è assegnato ai migliori docenti (in media 20-30% per scuola). […] L’estensione dei criteri così testati sarà implementata a partire dal prossimo contratto dei docenti».
E’ un programma distruttivo le cui linee guida saranno le stesse di Monti e del ministro Profumo. Ecco infatti cosa ha detto Mario Monti al Senato il 17 novembre 2011 il giorno della fiducia: “La valorizzazione del capitale umano deve essere un aspetto centrale: sarà necessario mirare all’accrescimento dei livelli d’istruzione della forza lavoro, che sono ancora oggi nettamente inferiori alla media europea, anche tra i più giovani. Vi contribuiranno interventi mirati sulle scuole e sulle aree in ritardo, identificando i fabbisogni, anche mediante i test elaborati dall’INVALSI, e la revisione del sistema di selezione, allocazione e valorizzazione degli insegnanti.”
Noi che siamo nella scuola conosciamo bene i problemi e le priorità. Come ministro/a, nessuno/a di noi potrebbe pensare di migliorare la scuola con un sistema di quiz su cui basare carriera docenti e fondi agli istituti: sappiamo anzi benissimo che la qualità della scuola sarebbe nettamente inferiore se la didattica dei quiz vincesse. Come mai per loro (governo italiano, Commissione Europea, BCE, imprese) la priorità è questa? Cosa c’è dietro questa furia classificatoria e distruttiva della qualità della scuola?
C’è un progetto preciso: modificare in profondità la natura e la finalità della scuola della Costituzione, la scuola pubblica di qualità per tutti/e deve appartenere al passato. Vogliono una scuola succube del sistema produttivo, che formi forza-lavoro precaria, flessibile, fortemente riconvertibile (“imparare ad imparare”, “la formazione lungo l’arco della vita” ), poco qualificata e quindi senza troppe pretese (“i giovani sono sovra qualificati”, dicono …).
Per questo catastrofico progetto vogliono obbligare i docenti a sottomettersi ad una scuola schiacciata sulle “competenze” e sui quiz atti a misurarle: la carriera meritocratica basato sui quiz INVALSI è lo strumento attraverso il quale comprare la nostra collaborazione.
VOGLIONO DISTRUGGERE LA SCUOLA DI QUALITA’ PER TUTTI/E
DIFENDIAMO LA SCUOLA BENE COMUNE
FERMIAMOLI LOTTANDO CONTRO I QUIZ INVALSI
COBAS Scuola
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