Lettera di Berlusconi: gli studenti non ci stanno

RESPINGIAMO LA LETTERA
giù le mani dalle tasse degli studenti, tutti in piazza il 4 novembre

La lettura della lettera presentata oggi in Europa si legge chiaramente: Aumento delle tasse universitarie, libertà di licenziamento, privatizzazioni. È la nostra generazione l’agnello sacrificale che Berlusconi ha portato sull’altare dell’Unione europea.
Tutti i provvedimenti che il governo ha promesso di adottare per rassicurare i mercati hanno un unico punto in comune: sono macelleria sociale, tagli profondi nella carne viva degli italiani, in particolare dei giovani. Di fronte a un paese fermo, incapace di reagire alla crisi, l’unico provvedimento legato alla ricerca e all’innovazione, tra quelli annunciati da Berlusconi, è l’aumento massiccio delle tasse universitarie: insomma, ancora una volta si fa cassa sugli studenti e sulle loro famiglie, ancora una volta si decide, di sacrificare centinaia di migliaia di giovani. Per farsi bello di fronte agli speculatori, Berlusconi propone di cacciare di fatto dagli atenei chi non potrà permettersi rette astronomiche, privando il nostro paese dell’unica risorsa di cui dispone, cioè noi giovani.
Non solo ci vuole cacciare dagli atenei. Se volessimo cercare lavoro ci andrebbe anche peggio: il governo promette di liberalizzare i licenziamenti, aumentare l’età pensionabile, privatizzare i servizi pubblici. Insomma, la prospettiva è quella dello smantellamento totale del welfare.
Di fronte a questo ennesimo tentativo di scaricare su di noi le contraddizioni della crisi e le difficoltà interne del governo, noi studentesse e studenti non possiamo restare fermi e zitti. Il 4 novembre saremo in piazza per il diritto allo studio e contro il governo, e non ci fermeremo. Serve una stagione di mobilitazione straordinaria per mandare a casa questo governo, resistere ai diktat della Bce, uscire dalla crisi investendo sui saperi, sui diritti e sui beni comuni.

Rete della Conoscenza

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