Studenti in piazza per lo sciopero generale

Comincia presto l’autunno caldo del 2011. Mentre i crolli della borsa e le scelte politiche di tutt’Europa vedono come unico obiettivo il pareggio di bilancio e la rassicurazione dei “mercati”, a pagare la crisi sono ancora i soggetti sociali deboli. Gli ultimi dati sulla disoccupazione giovanile in Italia – che sfiora il 30% per chi ha meno di 24 anni – sono solo una sfaccettatura della drammatica condizione che vive, un paese in generale e, una generazione particolare. Da un lato la precarietà lavorativa, esistenziale, l’ansia di futuro, l’assenza di tutele cui si viene condannati con la scusa di rendere il mercato più flessibile, e dall’altro lo smantellamento del sistema di welfare.

La crisi democratica e la crisi economica procedono di pari passo, in particolare in Italia dove la manovra estiva è schiacciata totalmente sui diktat europei, e così si trasforma in una vera e propria macelleria sociale in cui ogni conquista, ogni garanzia è in discussione e pur di raggiungere il famigerato pareggio di bilancio, passando per tagli senza controllo alle pubbliche amministrazioni e agli entri locali, privatizzazioni dei servizi pubblici locali in barba alle ultime consultazioni referendarie, qualche discutibile traccia di redistribuzione fiscale senza alcun reale recupero dell’evasione e tassazione dei grandi patrimoni, ma soprattutto un attacco generalizzato alla contrattazione e ai diritti dei lavoratori che passa per l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori e la libertà di licenziamento per i padroni.
Ciliegina sulla torta la cancellazione della memoria collettiva attraverso l’accostamento di festività come 25 aprile, 2 giugno e 1 maggio ai week-end in nome della produttività.

Rifiutiamo la guerra tra poveri alla quale ci vogliono condannare mettendo i giovani contro i vecchi, i lavoratori dipendenti contro i lavoratori autonomi, donne contro gli uomini e a problemi sistematici richiediamo risposte complessive e in grado di rispondere ad un’intera società.

Gli studenti e le studentesse della Rete della Conoscenza saranno per questo in piazza il 6 settembre durante lo sciopero generale proclamato dalla CGIL per rivendicare in primis una radicale inversione di rotta nelle politiche economiche, welfare e diritto allo studio e per avviare una grande mobilitazione europea e internazionale che durerà a lungo.

Non è accettabile che la speculazione sia un meccanismo ordinario nelle borse europee che produce miliardi di euro nel giro di minuti senza che questi capitali sia soggetti ad alcun controllo da parte degli stati, chiediamo limitazioni ai meccanismi speculativi con tassazione dei grandi movimenti e rendite finanziarie, la tassazione dei grandi patrimoni immobiliari e rigettiamo una politica fiscale indiretta che pesa sulle tasche dei ceti medio-bassi.

Rivendichiamo infine un cambiamento sostanziale delle scuole e delle università, ridandovi valore e senso, liberandole dalla privatizzazione di fatto verso le quali vengono da anni indirizzate: luoghi in cui il sapere non sia soggetto alle logiche di mercato ma sia strumento in grado di emancipare e liberare le persone.

Trovare le risorse per politiche del genere non è complesso neanche in questa fase: è fondamentale bloccare immediatamente le “grandi opere” del governo, dal ponte sullo Stretto al traforo in Val di Susa, infrastrutture costose e inutili per l’economia del paese, oltre che rigettate dalle comunità locali, recupero dell’immenso gettito derivante dall’evasione fiscale, dal lavoro nero e grigio, e lotta al sommerso dell’economia criminale che ogni anno sottrae miliardi e miliardi all’economia del paese.
Anche per questo parteciperemo alla tre giorni della “ControCernobbio” promossa a Lamezia Terme da Sbilanciamoci, in cui, come ogni anno, si discuterà della contromanovra scritta da associazioni ed economisti.

Con lo sciopero generale comincia una grande stagione di lotte. E se quest’anno l’autunno comincia in estate, vorrà dire che sarà davvero caldo.

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