Abbiamo chiesto a Rosalinda Gianguzzi di parlarci della realizzazione del suo libro “Educare” edita dalla casa editrice Nulladie. Molti ci scrivono per avere informazioni sulla pubblicazione di un libro. La testimonianza di Rosalinda ci sembra molto interessante.
Ricordiamo che chi volesse ordinare il libro di Rosalinda lo può fare contattando direttamente la casa editrice:
http://nulladie.wordpress.com/ordini-privati/
Ecco cosa ci ha raccontato Rosalinda:
Ho scritto il mio libro, per dare voce alle esigenze di tutti coloro che sono coinvolti in un qualunque setting educativo (genitore/figlio, docente/discente) e che, malgrado la riuscita dello stesso, abbia ripercussioni sociali, sono spesso lasciati soli nell’affrontarlo.
Un ragazzo “educato” è un bene sociale, e la società inteso come Stato dovrebbe investire su esso.
Non ho avuto difficoltà a scriverlo, quanto a pubblicarlo.
Molte case editrici si sono mostrate interessate, ma solo tra quelle che chiedono un contributo per la pubblicazione.
Io non scrivo per velleità artistiche o per compiacere il mio ego, il mio è un preciso impegno sociale.
La mia idea iniziale era che, se il mio lavoro, sarebbe stato ritenuto “utile”, da qualche editore, e dunque con un suo “valore” saggistico, avrei trovato chi sarebbe stato disposto a scommettere su di esso.
Ovviamente come emergente, e soprattutto per il tema affrontato ed i suoi toni un po’ forti, solo una piccola casa editrice “militante”, ha potuto rispondere all’appello, perchè libera e quindi una voce stonata nella lobby dell’editoria.
Purtroppo però non può permettersi di investire nella distribuzione e promozione.
La difficoltà maggiore dunque sta nel “farmi conoscere”.
Ho avuto grandissime soddisfazioni da parte di chi lo ha letto, tutti mi dicono che si legge tutto d’un fiato, e questo era l’intento.
Quelle che mi hanno riempito maggiormente di orgoglio sono state da parte delle insegnanti di mia figlia, dei colleghi precari, di Pina Maisano, vedova Grassi, la quale mi ha detto che questo libro meriterebbe grande risalto, e di Samanta Di Persio, bravissima scrittrice ed amica.
Ha ritenuto infatti che nel suo essere breve e semplice è ricchissimo di contenuti.
Soprattutto nella parte in cui affermo che i bambini sono la speranza del mondo, da lei condivisa.
Scrivere è la mia piccola missione, perchè mi permette di “esserci” in un processo di cambiamento, ma anche di “esserci” in ciò che mi connota di più e cioè come madre ed insegnante.
Ecco un estratto del libro per gentile concessione di Rosalinda Gianguzzi.
CAPITOLO IV
L’EDUCAZIONE SOCIALE
Il postulato su cui ruota tutto lo spirito di questo libro, si potrebbe semplificare in poche facili parole.
L’educazione del bambino è un fatto sociale, perché gli effetti di essa, non riguardano solo la famiglia, ma la società tutta.
Ogni bambino è un potenziale medico, avvocato, operaio, o anche criminale.
Lo Stato, avendo in esso una “materia prima”, di inestimabile valore, dovrebbe operare i massimi investimenti di risorse, economiche, di servizi, e soprattutto di responsabilità, per mettere a frutto nel modo migliore questo potenziale.
Ogni bambino, dunque ha il diritto di “essere qualcuno”, a seconda della proprie inclinazioni.
Lo Stato solidale deve farsi garante insieme alla famiglia, di dare a ciascun individuo, la possibilità di crescere nel migliore dei modi.
Non per spirito assistenzialistico, ma come forma di investimento.
Le famiglie devono dunque trovare nello Stato tutti gli strumenti necessari, per fare in modo che il figlio (potenziale medico, avvocato o altro) metta a frutto pienamente, e in modo proficuo le proprie potenzialità.
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