I pareri del Consiglio di Stato sui regolamenti per i Licei, gli Istituti Tecnici e gli Istituti Professionali, pur positivi, hanno evidenziato numerose forzature e posto condizioni pesanti al Ministero per la stesura dei testi definitivi.
In particolare in tutti e tre i pareri è stato sollevato il problema dell’eccesso di delega rispetto alle articolazioni del collegio docenti (dipartimenti e comitato scientifico) e sui comitati nazionali, questione ulteriormente rafforzata dalla palese lesione dell’autonomia scolastica, a dire del Consiglio di Stato.
Ma il rilievo che determinerà una modifica significativa dei tempi di attuazione dei regolamenti è quello relativo al carattere che dovrà avere l’emanazione dei tanti atti successivi all’approvazione dei regolamenti, necessari alla loro attuazione.
Il Consiglio di Stato ha, infatti, chiesto e ottenuto, che la dicitura atti “di natura non regolamentare” (non casualmente individuata dal Ministero proprio per accelerare i tempi) fosse espunta, imponendo in sostanza che gli stessi debbano avere “natura regolamentare”: ciò di per sé produce un allungamento dei tempi, visto l’iter che i regolamenti dovranno seguire.
Si tratta, peraltro, di atti di non poco conto, propedeutici all’avvio del percorso di ristrutturazione dell’istruzione secondaria superiore; infatti con successivi decreti regolamentari devono essere definiti:
•Le indicazioni nazionali riguardanti le competenze, abilità e conoscenze in riferimento agli obiettivi specifici di apprendimento.
•Le classi di concorso e l’articolazione delle cattedre.
•La rideterminazione dei quadri orario per le classi successive alla prima.
•L’articolazione delle aree di indirizzo e delle opzioni.
•Le intese con le Regioni, eventuali funzioni surrogatorie e l’alternanza scuola-lavoro.
In questo quadro, risulta sempre più rafforzata la nostra richiesta di rinvio dell’attuazione dei regolamenti, per garantire tempi più distesi alle scuole e il diritto a scelte consapevoli agli studenti e ai genitori.
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