“Tanto, al prof sono antipatico”, piuttosto che “Quella è la beniamina della maestra”… Quante volte abbiamo sentito frasi di questo genere per giustificare cattivi o al contrario ottimi voti? Probabilmente un infinità. Ma, se opinioni simili difficilmente corrispondono al vero, raramente l’insegnante succede a metterle a tacere in modo convincente e definitivo. E’ però precisamente quanto era riuscito a fare un nostro prof d’inglese, tanti anni fa, aiutandoci nello stesso momento a liberarci una volta per sempre dal timore paralizzante di “dire o fare male”.
“Questi”, aveva dichiarato solennemente, esibendo il mazzo dei primi compiti d’ingresso corretti da riconsegnarci, “sono dei fogli di carta e, sia ben chiaro per tutti, il voto da me assegnato si riferisce a quanto scritto sul foglio stesso; certamente non al rispettivo autore!” Ci eravamo guardati sorpresi. Mai un prof ci aveva detto una cosa del genere. A pensarci su, sembrava logico, ma sentirselo confermare a voce rendeva l’idea decisamente più densa di significato. “Tra di voi, qualcuno mi risulterà forse più simpatico, qualcuno meno, ma non influisce certo su quanto scritto sul suo foglio, e dunque sul relativo voto!”
“In effetti”, aveva ripreso, “ho dato qualche ottimo voto, ma anche un cattivo voto non significa affatto che chi lo riceve non sia bravo in inglese. Significa solo che costui non ha prodotto quanto ci si attendeva da lui. Niente gli impedisce di fare bene la prossima volta. Anzi, è quello che mi aspetto da tutti voi e sono qui per aiutarvi.”
Sarà un caso se la media della classe era salita da ben due punti nell’arco dell’anno scolastico? Io non credo proprio!
Anne CIVARIO-BANO
Sono vissuta in Francia fino all’età di vent’anni. Dopo una Laurea triennale in Giurisprudenza, mi sono trasferita in Italia per sposarmi. Lavoro in Svizzera quale impiegata quadri-lingue. Ho vinto ad inizio anno il premio letterario “Intimità”.