“DAL LIBRO FEGATO: LA CLASSE NON E’ ACQUA” di Rosalinda Gianguzzi
Mentre preparo con pigrizia i bagagli penso “ma che sarà mai! Per me che ho lavorato con i ragazzi delle strade di Don Pino Puglisi, sarà una passeggiata…..”.
IL LAVORO NON MI SPAVENTA, l’assenza di lavoro molto, e so che anche se le bimbe sono con me, il mio amore mi mancherà, come i miei cari, la mia terra e dei suoi profumi!
Poi il viaggio, emigrante da casa mia, senza valigie di cartone o treni, ma in aereo e con valigia sansonite acquistata nei momenti di lavoro “sicuro”, e le mie bimbe come “bagaglio a mano”!.
Mi auguro si troveranno bene, ma loro sono abituate ad adattarsi velocemente, con una mamma precaria e dunque “on the road”!
Sarei dovuta partire 2g fa , ma pultroppo a causa degli scioperi Alitalia mi sono ridotta all’ultimo, Lascio i bagagli, le bimbe alla scuola dell’infanzia, con le dovute raccomandazioni e poi a scuola!
Entro in sala insegnante, penso che non ne ho mai vista una così bella, da noi quando eravamo fortunati c’era la “bidelleria”: termine coniato ad hoc per rappresentare l’antibagno dei collaboratori scvolastici dove c’è un banco con pensile appoggiato dove nascodere il fornellino per il caffè, caffettiera, zucchero e camomilla e carta igienica.
E in quelle più attrezzate un veccio frigorifero..
Le colleghe sono cordiali e gioviali, e mi accolgono con simpatia, e con una bella tazza di caffè fumante!
M’impressionano positivamente, molti dei miei preconcetti svaniscono .
Solidarizzano con me per aver capitato “LA CLASSACCIA”!
Raccontano che sono i protetti della Ds, tutti ragazzi dotati, di ottime famiglie, ma con poca educazione e “chiusi”!
Il termine mi lascia perplessa e mi spaventa , cerco spiegazioni, ma arriva la direttrice che è molto meno gioviale.
I suoi occhi s’illuminano parlando di questa classe delle “eccellenze”, sono ragazzi schietti e sinceri e tutti molto capaci.
Dice subito che non è contenta che la cattedra che occupo (nei suoi pensieri leggo l’ “abusivamente” omesso) è stata data in incarico, e che avrebbe preferito scegliere chi doveva sostituire il collega andato in pensione, magari qualcuno con maggiore “conoscenza del territorio”, o anche più giovane, ma non le è stato possibile!
Capisco l’antifona e capisco subito che “andremo d’accordo!” (nella fortunata ipotesi che riuscirò a tenere la lingua a freno!).
Appena entro in classe sento un ragazzotto che fingendo di non vedermi dice a voce alta “la sapete quella di quel quel precario siculo che viene a lavorare in terra lombarda?”.
La direttrice malcelando un sorriso mi avverte, è un ragazzo molto promettente di buona famiglia e con un grande seguito, a volte la sua ironia può sembrare “inadeguata”!
Ma basta saperlo prendere, io penso che lo prenderei a calci nel sedere, per fortuna taccio!
Con tutta la flemma che scovo in ogni cm del cervello, dico “un buon giorno andava benissimo, anche un bene arrivata (penso: dato che dall’ aereoporto, posati i bagagli mi sono fiondata a scuola, perchè fremevo di sentire la battuta di ‘sto coglione), ma probabilmente non avevi in testa niente di meglio, siediti pure Bluresconi!”.
La classe che aveva ridacchiato alla sua battuta adesso tace, il silenzio è reso più pesante dalle sue scuse fieramente evitate.
Si giustifica dicendo che ho frainteso.
La direttrice è perplessa, capisco che non vorrebbe lasciarmi sola, ma dopo una rapida presentazione (il tono quasi di scuse per la classe che percepisco, mi irrita) si congeda.
Mi raccomanda 2 “elementi attenzionati” : Di Montagna e quel ragazzo di colore da poco arrivato, che non parla una parola d’italiano.
Mi dice orgogliosa che per il secondo stanno cercando di attivare una classe ponte, dove inserire lui e “altri come lui”, con il primo ci vuole PUGNO FERMO e mi comunica orgogliosa che CON LUI HO CARTA BIANCA!
Vorrei cùhiedere maggiori informazione su questa espressione, del tutto nuova, ma ancora una volta evito.
Noto che indugia nel corridoio, la saluto e chiudo la porta.
Saluto il resto della classe e propongo loro di presentarci, e penso….ma che cos’è questo strano odore?
Apro la porta per arieggiare!
Si presenta Renati, cercando con la mano alzato, di colmare il divario di altezza che la poco generosa natura , gli inflitto , rispetto i compagni!
Anche elencando il suo curriculum, non richiesto, di premi scolastici, ci prova, ma viene subito zittito da Di Montagna.
Il quale senza preamboli, dice subito “è solo il nano spione della classe!”.
Interviene prontamente Bisso “zitto terrone!”, rincarando lo spreggio per le sue origini meriodionali alzando il dito medio!
Penso: alla faccia dell’ “eccellenza”, soprattutto in educazione.
Mentre mi avventuro in spiegazioni di un’uso corretto di linguaggi non verbali e sull’opportunità, anche nell’insulto, di mantenere coerenza con ciò di cui si parla e che i riferimenti sessuali gratuiti sono segno di pochezza intellettuale, si avvicina Nasini, e mi dice che Bluriscone deve andare in bagno!
Io chiedo a Di Montagna di riferire a Nasini che se non me lo chiede lui può farsela addosso.
Bluriscone mi chiede se eventualmento lo cambierò io!
Il mio pensiero di metterlo dietro la lavagna (a muro) viene interrotto dalle risate sguaiate della Rossa di fuoco, Bramballi, e dalla bella signorina Marella.
Sono veramente “notevoli”, penso, e sembrano molto più grandi della loro età.
Allora chiedo loro, data la loro volontà di “farsi sentire” di venirmi a riferire qualcosa sull’ultima lezione studiata!
Il solito Di Montagna dice “si, le possono riferire come si trovano in questa classe senza avere mai studiato una parola, ma grazie alle “ripetizioni private” elargite dal politico molto amico della bella Marella?”.
La classe si agita, io richiamo all’ordine, riprendo Di Montagna.
Ho il voltastomaco, non capisco se sono le parole del giovane o QUELL’ODORE, fastidioso.
Apro la finestra, l’aria gelida della bella Milano mi abbraccia, sento lo stesso calore di prima in sala insegnanti.
A questo punto noto che Seimari, ha alzato la mano e gli do la parola!
Prontamente mi fa notare che stiamo perdendo tempo, ed il tempo è denaro!
Vorrebbe fare lezione, se ho finito di guardare il panorama!
Di Montagna afferma “ha parlato braccino…”!
La classe non ride, Grossi, un occhialuto ragazzo dalla faccia antipatica , richiama all’ordine e invita a riprendere la lezione.
Io me la rido di cuore sotto i baffi di cui ogni donna sicula che si rispetti è fornita, anche se depilati!
E più forte di me i “monelli” li adoro, è con i cafoni che ho qualche problema!
Solo a quel punto noto, il ragazzo di colore, cerco di comunicare con lui in inglese o in francese, vedo che “gli studiosi ragazzi scalpitano”!
Gli chiedo il nome in inglese, è perplesso!
In francese; si illumina, subito ripeto in italiano, mi dice che si chiama Moaba, che vuol dire nel suo dialetto “il prescelto”, gli chiedo di ripeterlo in italiano, e chiedo a un compagno di sedersi accanto a lui.
Si chiama Cruddi, e mi dice che preferisce di no, perchè potrebbe rallentarlo nello studio.
Io gli spiego che invece potrebbe imparare una lingua nuova, lui è molto sconcertato, io gli dico che comunque non ho chiesto la sua opinione, ma di esegiure.
Betano mi dice che loro hanno stilato un codice di regole autorizzato dalla direttrice, e che l’obbedienza ciò che ritengono sbagliato, non è contemplata.
Io dico a Cruddi di fare quanto detto, per il momento, poi parlerò con la direttrice.
Bluriscone dice: si, puoi imparare a fare i cioccolatini!
La classe ride, io chiedo a Bluriscone di scusarsi con Baoma , lui dice che ho capito male e che ho frainteso , e che tanto lui non parla la lingua e non capirebbe.
Gli comunico che per il momento sorvolo, perchè abbiamo poco tempo, ma domani riprenderemo l’argomento.
Sono esausta, infastidita da questo odore terribile, che non mi offusca i pensieri e l’occhio vigile di Renati e Seimari che prendono appunti mi angoscia.
Chiamo una ragazza, nè bella nè brutta, esile, con un occhialino carino, che stona con quella gonna a pieghe blu, la camicia bianca, e la giacca blu, e quelle orribili trecce.
Mentalmente la paragano con l’effervescente Farcagna, e la sua immagine mi mette tristezza, forse più rassicurante, ma deprimente.
Le chiedo di raccontarmi dove sono arrivati: mi dice verismo e verga.
E comincia a ripetere il suo tono è monotono, la voce bassa, impercettibile, le chiedo di avvicinarsi.
Finalmente capisco cosa era quel fetore: era lei, sa di lavanda e naftalina, mi alzo per non starle troppo vicino.
Comincia a ripetere, la stanchezza del viaggio, si fa sentire: DIO COM’E’ NOIOSA!
Le dico che quello che dice è giusto, ma le chiedo di usare parole sue e che mi piacerebbe che mentre ripete aggiungesse le sue impressioni.
Mi ripete la solfa di prima.
La interrompo, penso che se contuasse potrei addormentarmi.
Le chiedo di valutarsi, lei dice di meritare 9, io penso che 6 sia più che sufficiente dato che imparare a memoria non è studiare, e chiedo la loro opinione alla classe.
Non l’avessi mai fatto:
Renati e Seimari, mi dicono che secondo loro le opinioni non contano, la letteratura è tale e non opinabile, come non è opinabile il fatto che la compagna abbia “parlato”, faccio loro presente che non è un teorema e che non basta parlare, bisogna anche dire che è diverso!
Bluriscone, mi accusa di essere prevenuta, Marisol (la ragazza insignificante), la Farcagna, e la Brimballi gli fanno da eco.
Bluriscone chiede a Betano di inserire nel loro codice, la possibilità di rifiutare un giudizio negativo se la classe non è d’accordo.
Betano prende appunti!
Di Montagna mi difende, dice che non ha rispettato la consegna, e che questo loro codice è una boiata!
Io richiamo all’ordine!
Cruddi, Nasino, e sopattutto Bisso, mi dicono che la loro compagna, non ha impressioni personali su Verga perche a loro di Verga non interessa Nulla!
Su Manzoni, avrebbero avuto molto da dire!
A sorpresa si alza Boama ed afferma in italiano stentato: ABIAMO DI INSEGNARARE DA TUTTI Ciò CHE STU….STUDIAMO, SOLO COSì NOI POSSIAMO CRESCERE!
Rimango esterefatta, anche i compagni.
Il silenzio è rotto dal suono della campana.
Saluto i ragazzi e rivolta a Blurisconi, gli dico: RICORDATI CHE DEVI DELLE SCUSE AL TUO COMPAGNO.
Vado via pensando: ho affrontato con forza i disagi dei ragazzi di Palermo, una nuova sfida mi si presenta, e che sebbene diversa è figlia della stessa madre: l’ignoranza, ma anche stavolta ce la farò!
Mentre preparo con pigrizia i bagagli penso “ma che sarà mai! Per me che ho lavorato con i ragazzi delle strade di Don Pino Puglisi, sarà una passeggiata…..”.
IL LAVORO NON MI SPAVENTA, l’assenza di lavoro molto, e so che anche se le bimbe sono con me, il mio amore mi mancherà, come i miei cari, la mia terra e i suoi profumi!
Poi il viaggio, emigrante da casa mia, senza valigie di cartone o treni, ma in aereo e con valigia sansonite acquistata nei momenti di lavoro “sicuro”, e le mie bimbe come “bagaglio a mano”!.
Mi auguro si troveranno bene, ma loro sono abituate ad adattarsi velocemente, con una mamma precaria e dunque “on the road”!
Sarei dovuta partire 2g fa , ma pultroppo a causa degli scioperi Alitalia mi sono ridotta all’ultimo, Lascio i bagagli, le bimbe alla scuola dell’infanzia, con le dovute raccomandazioni e poi a scuola!
Entro in sala insegnante, penso che non ne ho mai vista una così bella, da noi quando eravamo fortunati c’era la “bidelleria”: termine coniato ad hoc per rappresentare l’antibagno dei collaboratori scvolastici dove c’è un banco con pensile appoggiato dove nascodere il fornellino per il caffè, caffettiera, zucchero e camomilla e carta igienica.
E in quelle più attrezzate un veccio frigorifero..
Le colleghe sono cordiali e gioviali, e mi accolgono con simpatia, e con una bella tazza di caffè fumante!
M’impressionano positivamente, molti dei miei preconcetti svaniscono .
Solidarizzano con me per aver capitato “LA CLASSACCIA”!
Raccontano che sono i protetti della Ds, tutti ragazzi dotati, di ottime famiglie, ma con poca educazione e “chiusi”!
Il termine mi lascia perplessa e mi spaventa , cerco spiegazioni, ma arriva la direttrice che è molto meno gioviale.
I suoi occhi s’illuminano parlando di questa classe delle “eccellenze”, sono ragazzi schietti e sinceri e tutti molto capaci.
Dice subito che non è contenta che la cattedra che occupo (nei suoi pensieri leggo l’ “abusivamente” omesso) è stata data in incarico, e che avrebbe preferito scegliere chi doveva sostituire il collega andato in pensione, magari qualcuno con maggiore “conoscenza del territorio”, o anche più giovane, ma non le è stato possibile!
Capisco l’antifona e capisco subito che “andremo d’accordo!” (nella fortunata ipotesi che riuscirò a tenere la lingua a freno!).
Appena entro in classe sento un ragazzotto che fingendo di non vedermi dice a voce alta “la sapete quella di quel quel precario siculo che viene a lavorare in terra lombarda?”.
La direttrice malcelando un sorriso mi avverte, è un ragazzo molto promettente di buona famiglia e con un grande seguito, a volte la sua ironia può sembrare “inadeguata”!
Ma basta saperlo prendere, io penso che lo prenderei a calci nel sedere, per fortuna taccio!
Con tutta la flemma che scovo in ogni cm del cervello, dico “un buon giorno andava benissimo, anche un bene arrivata (penso: dato che dall’ aereoporto, posati i bagagli mi sono fiondata a scuola, perchè fremevo di sentire la battuta di ‘sto co..ne), ma probabilmente non avevi in testa niente di meglio, siediti pure Bluresconi!”.
La classe che aveva ridacchiato alla sua battuta adesso tace, il silenzio è reso più pesante dalle sue scuse fieramente evitate.
Si giustifica dicendo che ho frainteso.
La direttrice è perplessa, capisco che non vorrebbe lasciarmi sola, ma dopo una rapida presentazione si congeda (il tono quasi di scuse per la classe che percepisco, mi irrita) .
Mi raccomanda 2 “elementi attenzionati” : Di Montagna e quel ragazzo di colore da poco arrivato, che non parla una parola d’italiano.
Mi dice orgogliosa che per il secondo stanno cercando di attivare una classe ponte, dove inserire lui e “altri come lui”, con il primo ci vuole PUGNO FERMO e mi comunica orgogliosa che CON LUI HO CARTA BIANCA!
Vorrei chiedere maggiori informazione su questa espressione, del tutto nuova, ma ancora una volta evito.
Noto che indugia nel corridoio, la saluto e chiudo la porta.
Saluto il resto della classe e propongo loro di presentarci, e penso….ma che cos’è questo strano odore?
Apro la porta per arieggiare, la direttrice è ancora lì, ma velocemente si allontana!
Si presenta Renati, cercando con la mano alzato, di colmare il divario di altezza che la poco generosa natura , gli ha inflitto , rispetto i compagni!
Anche elencando il suo curriculum, non richiesto, di premi scolastici, ci prova, ma viene subito zittito da Di Montagna.
Il quale senza preamboli, dice subito “è solo il nano spione della classe!”.
Interviene prontamente Bisso “zitto terrone!”, rincarando lo spreggio per le sue origini meriodionali alzando il dito medio!
Penso: alla faccia dell’ “eccellenza”, soprattutto in educazione.
Mentre mi avventuro in spiegazioni di un’uso corretto di linguaggi non verbali e sull’opportunità, anche nell’insulto, di mantenere coerenza con ciò di cui si parla e che i riferimenti sessuali gratuiti sono segno di pochezza intellettuale, si avvicina Nasini, e mi dice che Bluriscone deve andare in bagno!
Io chiedo a Di Montagna di riferire a Nasini che se non me lo chiede lui può farsela addosso.
Bluriscone mi chiede se eventualmento lo cambierò io!
Il mio pensiero di metterlo dietro la lavagna (a muro) viene interrotto dalle risate sguaiate della Rossa di fuoco, Bramballi, e dalla bella signorina Farcagna.
Sono veramente “notevoli”, penso, e sembrano molto più grandi della loro età.
Allora chiedo loro, data la loro volontà di “farsi sentire” di venirmi a riferire qualcosa sull’ultima lezione studiata!
Il solito Di Montagna dice “si, le possono riferire come si trovano in questa classe senza avere mai studiato una parola, ma grazie alle “ripetizioni private” elargite dal politico molto amico della bella Marella?”.
La classe si agita, io richiamo all’ordine, riprendo Di Montagna.
Ho il voltastomaco, non capisco se sono le parole del giovane o QUELL’ODORE, fastidioso.
Apro la finestra, l’aria gelida della bella Milano mi abbraccia, sento lo stesso calore di prima in sala insegnanti.
A questo punto noto che Seimari, ha alzato la mano e gli do la parola!
Prontamente mi fa notare che stiamo perdendo tempo, ed il tempo è denaro!
Vorrebbe fare lezione, se ho finito di guardare il panorama!
Di Montagna afferma “ha parlato braccino…”!
La classe non ride, Grossi, un occhialuto ragazzo dalla faccia antipatica , richiama all’ordine e invita a riprendere la lezione.
Io me la rido di cuore sotto i baffi di cui ogni donna sicula che si rispetti è fornita, anche se depilati!
E più forte di me i “monelli” li adoro, è con i cafoni che ho qualche problema!
Solo a quel punto noto, il ragazzo di colore, cerco di comunicare con lui in inglese o in francese, vedo che “gli studiosi ragazzi scalpitano”!
Gli chiedo il nome in inglese, è perplesso!
In francese; si illumina, subito ripeto in italiano, mi dice che si chiama Moaba, che vuol dire nel suo dialetto “il prescelto”, gli chiedo di ripeterlo in italiano, e chiedo a un compagno di sedersi accanto a lui.
Si chiama Cruddi, e mi dice che preferisce di no, perchè potrebbe rallentarlo nello studio.
Io gli spiego che invece potrebbe imparare una lingua nuova, lui è molto sconcertato, io gli dico che comunque non ho chiesto la sua opinione, ma di esegiure.
Betano mi dice che loro hanno stilato un codice di regole autorizzato dalla direttrice, e che l’obbedienza su ciò che ritengono sbagliato, non è contemplata.
Io dico a Cruddi di fare quanto detto, per il momento, poi parlerò con la direttrice.
Bluriscone dice: si, puoi imparare a fare i cioccolatini!
La classe ride, io chiedo a Bluriscone di scusarsi con Baoma , lui dice che ho capito male e che ho frainteso , e che tanto lui non parla la lingua e non capirebbe.
Gli comunico che per il momento sorvolo, perchè abbiamo poco tempo, ma domani riprenderemo l’argomento.
Sono esausta, infastidita da questo odore terribile, che non mi offusca i pensieri e l’occhio vigile di Renati e Seimari che prendono appunti mi angoscia.
Chiamo una ragazza, nè bella nè brutta, esile, con un occhialino carino, che stona con quella gonna a pieghe blu, la camicia bianca, e la giacca blu, e quelle orribili trecce.
Mentalmente la paragono all’effervescente Farcagna, e la sua immagine mi mette tristezza, forse più rassicurante, ma deprimente.
Le chiedo di raccontarmi dove sono arrivati: mi dice verismo e verga.
E comincia a ripetere il suo tono è monotono, la voce bassa, impercettibile, le chiedo di avvicinarsi.
Finalmente capisco cosa era quel fetore: era lei, sa di lavanda e naftalina, mi alzo per non starle troppo vicino.
Comincia a ripetere, la stanchezza del viaggio, si fa sentire: DIO COM’E’ NOIOSA!
Le dico che quello che dice è giusto, ma le chiedo di usare parole sue e che mi piacerebbe che mentre ripete aggiungesse le sue impressioni.
Mi ripete la solfa di prima.
La interrompo, penso che se contuasse potrei addormentarmi.
Le chiedo di valutarsi, lei dice di meritare 9, io penso che 6 sia più che sufficiente dato che imparare a memoria non è studiare, e chiedo la loro opinione alla classe.
Non l’avessi mai fatto:
Renati e Seimari, mi dicono che secondo loro le opinioni non contano, la letteratura è tale e non opinabile, come non è opinabile il fatto che la compagna abbia “parlato”, faccio loro presente che non è un teorema e che non basta parlare, bisogna anche dire che è diverso!
Bluriscone, mi accusa di essere prevenuta, Marisol (la ragazza insignificante), la Farcagna, e la Brimballi gli fanno da eco.
Bluriscone chiede a Betano di inserire nel loro codice, la possibilità di rifiutare un giudizio negativo se la classe non è d’accordo.
Betano prende appunti!
Di Montagna mi difende, dice che non ha rispettato la consegna, e che questo loro codice è una boiata!
Io richiamo all’ordine!
Cruddi, Nasino, e sopattutto Bisso, mi dicono che la loro compagna, non ha impressioni personali su Verga perche a loro di Verga non interessa Nulla!
Su Manzoni, avrebbero avuto molto da dire!
A sorpresa si alza Boama ed afferma in italiano stentato: ABIAMO DI INSEGNARARE DA TUTTI Ciò CHE STU….STUDIAMO, SOLO COSì NOI POSSIAMO CRESCERE!
Rimango esterefatta, anche i compagni.
Il silenzio è rotto dal suono della campana.
Saluto i ragazzi e rivolta a Blurisconi, gli dico: RICORDATI CHE DEVI DELLE SCUSE AL TUO COMPAGNO.
Vado via pensando: ho affrontato con forza i disagi dei ragazzi di Palermo, una nuova sfida mi si presenta, e che sebbene diversa è figlia della stessa madre: l’ignoranza, ma anche stavolta ce la farò!