In difesa dell’educazione scientifica

 

Oggi pubblichiamo un intervento della Prof.ssa Colomba Rosaspina (ANISN)

 

Gentile REDAZIONE

Insegno scienze naturali da circa 20 anni nella scuola superiore di secondo grado.
Scrivo perché sono preoccupata per il futuro (molto prossimo) dell’educazione scientifica.
La riforma della scuola secondaria superiore, che partirà il prossimo anno scolastico, prevede una notevole riduzione delle ore d’insegnamento di Biologia, Scienze della Terra, Chimica e Fisica.
Nei nuovi quadri orari dei professionali e dei tecnici sono previste solo 2 ore di biologia alla settimana (66 ore in un anno) in un corso di 5 anni., e così anche per scienze della Terra. Non sono previste ore di scienze naturali nel triennio.
La riforma non contempla laboratori di scienze naturali in nessun corso del professionale e in nessun corso dei tecnici. La qualità dell’insegnamento sarà sicuramente scarsa, una cattedra (18 ore) sarà formata da 9 classi e il docente dovrà insegnare a circa 260 alunni .Sarà problematico persino chiamarli per nome, figuriamoci fare insegnamenti personalizzati.
Con solo 66 ore annuali quali e quanti argomenti di biologia potranno essere affrontati?
All’inizio dell’anno scolastico ricevo molto materiale proveniente da enti privati, provincia, regione e ministero per progetti da attivare nelle classi. Le tematiche sono molto varie: tossicodipendenze, educazione alimentare (bulimia, anoressia ecc) malattie virali (epatiti, AIDS, influenza ecc), raccolta differenziata, risparmio energetico, rispetto dell’ambiente ecc.
Tutti si preoccupano di dare una buona formazione scientifica agli studenti, ma allo stesso tempo si tolgono ore d’insegnamento di biologia, scienze della Terra e chimica-fisica, ritenendo le discipline di scarsa importanza.

La nuova riforma della scuola secondaria viene pubblicizzata come una riforma che aumenta le ore di scienze, ciò è vero solo nei licei scientifici, che rispetto a quelli tradizionali, aumentano leggermente il numero di ore, ma se si considerano le sperimentazioni attualmente in atto, in realtà diminuiscono anche in questi corsi.

La riforma ha riguardato anche le classi di concorso. Nel concreto le scienze naturali (2 ore), la chimica (2 ore) e la fisica (2 ore) verranno attribuite a 3 classi di concorso diverse e ciò si tradurrà in una perdita di continuità didattica, in quanto in ogni istituto sarà impossibile formare 3 cattedre di 18 ore. Normalmente un istituto ha 2/ 3 sezioni e non ci sono 9 classi nel biennio. Attualmente le discipline costituiscono un unico insegnamento che va sotto il nome di Scienza della Materia e può essere insegnata dallo stesso insegnante, ma attribuita alle 3 classi di concorso. Attualmente è più facile mantenere la cattedra e quindi la continuità didattica. Tutto ciò è stato rimosso.

Le tre associazioni degli insegnanti di scienze, chimica e fisica hanno elaborato un documento in difesa dell’educazione scientifica e si stanno raccogliendo firme nel sito www.anisn.it . Cliccando su IN DIFESA DELL’EDUCAZIONE SCIENTIFICA si apre una finestra dove può essere letto il documento e lasciare il proprio nome.

Grazie per l’attenzione

Prof.ssa Colomba Rosaspina (ANISN)

 

In difesa dell’educazione scientifica

Il riordino della scuola secondaria superiore in via di approvazione mette in pericolo, a causa di drastici tagli, il futuro dell’educazione scientifica nel nostro Paese e dello sviluppo ad essa collegato.

I sottoscritti, come rappresentanti di docenti, genitori e cittadini interessati all’efficacia della scuola e al futuro degli studenti,
chiedono al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
di garantire che il riordino della scuola italiana
riconosca all’educazione scientifica un ruolo di primo piano e lo spazio adeguato.

A tutti i giovani deve essere garantita la formazione scientifica di base perché possano:
sviluppare le conoscenze, le abilità e le competenze necessarie per interpretare i fenomeni naturali
fruire in modo corretto e consapevole delle moderne conquiste della scienza e della tecnologia.

È necessario che il curricolo per far “fare scienze” sia impostato secondo un approccio investigativo- sperimentale, fin dai primi anni di scuola. Ricerca internazionale, Unione Europea e OCSE convergono su questa indicazione (1).
Questo approccio richiede il tempo per svolgere le attività caratteristiche del procedere scientifico nell’acquisizione della conoscenza, cruciali per lo sviluppo di competenze di alto livello. Sono queste che fanno della cultura scientifica un valore irrinunciabile per la formazione del cittadino.
Le esigenze sopra descritte contrastano con la notevole diminuzione delle ore di scienze sperimentali che si riscontra in quasi tutti gli indirizzi previsti dai nuovi ordinamenti. Nei bienni degli istituti tecnici e professionali, si diminuiscono le ore delle scienze sperimentali e si dimezza il tempo per il laboratorio riducendolo con ciò a un ruolo marginale. Nei bienni dei licei classico e artistico, addirittura, mancano del tutto gli insegnamenti scientifico-sperimentali.

Ridurre le risorse è controproducente. Bisogna, invece, valorizzare quanto già fatto per migliorare l’insegnamento scientifico (Piano ISS – Insegnare Scienze Sperimentali, Progetto Lauree Scientifiche, ricerche nelle SSIS per la formazione iniziale degli insegnanti) tenendo conto delle le migliori esperienze didattiche maturate nella scuola.
Mantenere alta la motivazione dei docenti a riqualificare la propria professionalità è determinante per migliorare l’insegnamento e l’apprendimento delle scienze sperimentali nel nostro Paese.

Occorre, pertanto, distribuire con maggiore equilibrio gli insegnamenti all’interno del tempo scuola complessivo, dando alle scienze sperimentali spazi e tempi di lavoro adeguati in tutti gli indirizzi.

(1)
European Commission, 2007. Science Education NOW: A renewed Pedagogy for the Future of Europe. Office for Official Publications of the European Communities, Luxembourg, 29 pp.
Eurydice, 2006. L’insegnamento delle scienze nelle scuole in Europa, politiche e ricerca. Eurydice, la rete di informazione sull’istruzione in Europa, Bruxelles, 93 pp.
OECD, 2006. PISA 2006, Science Competencies for Tomorrow’s World,Volume 1: Analysis. OECD Publications, Paris, 390 pp.
OECD, 2008. Encouraging Student Interest in Science and Technology Studies. OECD Publications, Paris, 132 pp.

Divulgate la nostra iniziativa e il sito www.anisn.it per raccogliere firme

Insegnanti di scienze naturali, chimica e fisica

Se volete altre informazioni scrivete a
rosa.oa@alice.it

I tre presedenti delle tre associazioni sono a disposizione per qualsiasi informazione
Anna Pascucci (associazione nazionale insegnanti di scienze)
Aldo Borsase (divisione didattica società chimica italiana)
Silvano Sgrignoli (associazione per l’insegnamento della chimica)


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