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Gelmini in visita al carcere minorile di Nisida
per l’inaugurazione dell’ anno scolastico 2009/2010
Al via il progetto “LeAli al Futuro”
Dal Miur 1 milione e mezzo di euro per la scuola in carcere
Roma, 14 settembre 2009
Il ministro Mariastella Gelmini ha visitato oggi, in occasione dell’apertura dell’anno scolastico, l’Istituto Penitenziario Minorile di Nisida. Un visita simbolica, quella del ministro, che ha voluto fare i suoi auguri per l’inizio della scuola a tutti gli studenti italiani da un luogo particolarmente significativo.
Nel corso della giornata il ministro ha presentato il nuovo programma di sperimentazioni per la scuola in carcere “LeAli al Futuro”. Il progetto ha l’obiettivo di potenziare l’offerta formativa per gli studenti presenti negli Istituti Penitenziari e per la prevenzione della dispersione scolastica.
Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha stanziato 1 milione e mezzo di euro per avviare questa sperimentazione.
Partono inoltre i lavori del Comitato interministeriale formato da membri del Ministero dell’Istruzione, del Ministero della Giustizia e da rappresentanti degli Istituti penali e delle scuole coinvolte che ha l’obiettivo di seguire e monitorare il progetto “LeAli al Futuro” e di elaborare, tra l’altro, le nuove Linee guida nazionali per le scuole che operano all’interno degli Istituti penali.
Le 10 azioni del Programma
1.Una formazione congiunta per tutti gli operatori
Sono previsti percorsi di formazione indirizzati al personale educativo e rivolti congiuntamente a insegnanti, operatori socio-educativi e agenti di polizia penitenziaria.
2.Un patto di inclusione sociale e territoriale
Il Miur promuoverà la sottoscrizione di Protocolli di Intesa Tecnico-Operativi con Enti e Associazioni (il mondo dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, il volontariato, le realtà del privato sociale e dell’associazionismo) per sviluppare una rete integrata, estesa, qualificata e differenziata sul territorio nazionale per offrire tutte le opportunità di formazione e di inserimento lavorativo presenti sul territorio.
Tali rapporti garantiranno:
a.lo sviluppo di percorsi di inclusione sociale delle persone entrate nel circuito penale aumentando l’attuale offerta delle attività di formazione;
b.un supporto per l’orientamento e l’inserimento lavorativo;
c.percorsi di formazione professionale rispondenti alle esigenze occupazionali della comunità sociale.
3.Un’ organizzazione più flessibile
L’offerta formativa sarà organizzata in moduli flessibili per consentire anche a chi ha una permanenza breve all’interno degli Istituti penali di acquisire una certificazione del percorso formativo.
4.Più spazio all’arte e alla creatività
Verranno inseriti nel curricolo educativo spazi di apprendimento specificamente centrati su percorsi che utilizzino la musica, l’arte, il teatro. Lo sviluppo della creatività è infatti particolarmente funzionale a promuovere il benessere, a sostenere processi di valorizzazione di sé e a far emergere le potenzialità personali quali strumenti privilegiati di apprendimento.
5.Nuovi laboratori professionali e di didattica avanzata
Il successo occupazionale dei giovani in istituto è il presupposto per la loro autonomia personale e la definitiva uscita dal circuito dell’illegalità.
A questo scopo verranno potenziati i laboratori esistenti e ne verranno creati di nuovi attraverso percorsi realizzati con aziende e associazioni.
Inoltre si realizzeranno laboratori multimediali quali strumenti privilegiati per realizzare percorsi personalizzati.
6.Promuovere il Microcredito
Dar credito alla formazione negli Istituti Penali significa anche promuovere specifici Progetti di Microcredito in stretta collaborazione con gli Enti Locali per favorire l’inserimento dei giovani nel mondo lavorativo.
Nell’ambito della sperimentazione è previsto il finanziamento di alcuni progetti nel campo dell’artigianato in collaborazione con le associazioni di categoria.
7.A scuola di cittadinanza
E’ necessario ripartire dalle regole base della convivenza, dai principi fondamentali della Carta Costituzionale, in sintonia con quanto accadrà da questo anno scolastico nelle scuole di ogni ordine e grado attraverso la reintroduzione dell’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione”.
Per questo, nell’ottica di promuovere un efficace percorso di educazione alla cittadinanza consapevole e responsabile, la sperimentazione “LeAli al Futuro” prevede il potenziamento dei corsi di italiano per il recupero delle carenze linguistiche e l’insegnamento della Costituzione attraverso metodologie attive.
8.Percorsi di crescita responsabile e partecipata
Per raggiungere l’obiettivo della formazione di una coscienza civica responsabile sono previste azioni di riparazione del danno, attraverso la messa in opera di adeguate attività di volontariato. Il reato va infatti considerato anche nella sua valenza di comportamento che incrina la convivenza sociale e che richiede – oltre ad una pena – l’attivazione di forme di riparazione attraverso comportamenti pro-sociali che possano portare alla reintegrazione e accettazione del reo nella società civile. Ne conseguirà un processo di autoresponsabilizzazione dei giovani che potranno, attraverso questa esperienza, rielaborare il conflitto e i motivi che lo hanno causato avvertendo la necessità di mettere in atto azioni di riparazione.
9.L’educazione fra pari e il “cooperative learning” come strategie di inclusione
Al fine di realizzare azioni di inclusione sociale si prevede, inoltre, di organizzare incontri tra alunni appartenenti all’ambiente scolastico intra ed extra-murario, mediante l’ausilio di metodologie innovative quali l’educazione fra pari e il cooperative learning.
10.Educazione alla genitorialità
L’azione definita in termini di educazione alla genitorialità vuole aiutare i giovani detenuti a elaborare le esperienze vissute e a costruire nuove relazioni su presupposti diversi da quelli passati. In tal senso, si ritiene opportuno aiutare gli operatori a sviluppare maggiormente le competenze necessarie ad affrontare la frequente conflittualità presente nelle famiglie di origine di giovani con problemi di devianza, attraverso l’attivazione di percorsi che favoriscano l’acquisizione delle abilità necessarie a gestire le problematiche familiari. In questo percorso educativo si mira a promuovere la capacità di gestire i conflitti intra ed inter-familari, con una utenza delicata come quella penale minorile che spesso si caratterizza per una ricerca di genitorialità precoce
Via: www.pubblica.istruzione.it